Roma, 5 giugno – L’iniziativa globale “No Plastic in Nature” mira a fermare la dispersione di questi rifiuti entro il 2030. L’Italia è chiamata a giocare un ruolo attivo nei negoziati internazionali e adottare politiche coerenti per affrontare l’inquinamento da plastica
Il Mediterraneo, uno dei mari più belli e ricchi di biodiversità, sta affrontando una crisi ambientale senza precedenti. Secondo un rapporto del WWF, l’80% dei rifiuti che inquinano il suo ecosistema è costituito da plastica;, rendendo urgente un intervento coordinato e strutturato da parte di istituzioni, aziende e cittadini. Questo allarmante dato è stato sottolineato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, dedicata quest’anno alla lotta contro la plastica.
La produzione di plastica e i suoi effetti
Ogni anno, oltre 410 milioni di tonnellate di plastica entrano nel mercato, per lo più provenienti da fonti fossili. Il WWF ha lanciato una nuova iniziativa, parte della campagna “Our Future”, intitolata “Oltre la plastica: il peso nascosto dell’inquinamento”. Questo documento mette in luce l’enorme quantità di plastica prodotta dal 1950 ad oggi, con meno del 10% di essa che è stata riciclata. La plastica non solo inquina gli oceani, ma presenta anche gravi rischi per la salute umana, in particolare attraverso la contaminazione da micro e nanoplastiche (MNP).
I rischi per la salute pubblica
Studi recenti hanno rivelato la presenza di plastica nel cervello umano, con concentrazioni che possono raggiungere quasi 7 grammi, un peso equivalente a quello di una penna a sfera. Questi dati preoccupanti evidenziano l’urgenza di considerare la plastica non solo un problema ambientale, ma anche una minaccia per la salute pubblica. Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia, avverte che i rischi associati alla plastica sono sistemici e in parte ancora sconosciuti, richiedendo una risposta globale e ambiziosa.
L’iniziativa del WWF
Il WWF ha avviato l’iniziativa “No Plastic in Nature“, che mira a fermare la dispersione di plastica nell’ambiente entro il 2030. Questo approccio multilivello coinvolge tutti: dai governi alle aziende, fino ai singoli cittadini, ognuno dei quali è chiamato a contribuire nella riduzione della produzione di plastica, specialmente quella più dannosa e superflua. In questo contesto, l’Italia è chiamata a giocare un ruolo attivo nei negoziati internazionali e a implementare politiche coerenti con gli obiettivi europei e globali. Misure come l’estensione della raccolta differenziata, l’attuazione della Plastic Tax e la piena applicazione della Legge Salvamare sono passi fondamentali per affrontare questa emergenza.
Potrebbe interessarti anche questa notizia: Onu, Guterres: “Serve un accordo ambizioso, credibile e giusto sulla plastica”