Tel Aviv, 8 maggio – Il piano USA, presentato da Witkoff all’ONU, prevede la distribuzione di aiuti umanitari senza presenza militare. Un pacco alimentare del valore di 65 dollari sarà destinato a famiglie palestinesi, servendo 1,2 milioni di persone. Critiche nel Consiglio di sicurezza
Nel corso di un recente incontro all’Onu è stato presentato il piano americano per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza, elaborato dall’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente Steven Witkoff. Questo progetto si propone di rispondere alle crescenti difficoltà della popolazione, afflitta da una crisi senza precedenti. La distribuzione dei materiali, come pacchi alimentari, kit igienici e medicinali, avverrà attraverso canali logistici sicuri e senza la presenza di forze militari israeliane, garantendo l’accesso umanitario necessario per alleviare le sofferenze della popolazione.
Dettagli del piano di aiuti
Secondo quanto riportato, ogni pacco alimentare avrà un valore di circa 65 dollari e conterrà 50 pasti completi, mirati a soddisfare i bisogni delle famiglie in difficoltà. L’iniziativa prevede inizialmente di servire 1,2 milioni di abitanti, con la possibilità di estensione fino a 2 milioni. Ogni centro di distribuzione sarà in grado di assistere fino a 300.000 persone e sarà gestito da esperti con una solida esperienza in operazioni umanitarie. Tra i membri chiave del progetto figurano nomi noti come Nate Mook, ex CEO di World Central Kitchen, e Jake Wood, fondatore di Team Rubicon, il che conferisce credibilità all’iniziativa.
Supervisione e trasparenza
Un aspetto cruciale del piano è la supervisione indipendente delle attività, affidata a una società di revisione contabile di livello globale e a uno studio legale specializzato in diritto internazionale e umanitario. Questo approccio è nato in risposta alle preoccupazioni internazionali riguardo alla deviazione degli aiuti umanitari da parte di gruppi armati e alla mancanza di trasparenza nella gestione locale.
Critiche e tensioni Internazionali
Tuttavia, il piano ha suscitato critiche da parte di rappresentanti diplomatici del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che hanno denunciato la condotta di Israele nei confronti della popolazione di Gaza, accusandolo di affamarla deliberatamente. L’inviato statunitense ha difeso il progetto, affermando che l’obiettivo primario è evitare che gli aiuti finiscano nelle mani di Hamas. Nonostante le buone intenzioni, le Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie hanno espresso la loro opposizione al piano, rifiutando di collaborare. La situazione resta quindi complessa e carica di tensioni, mentre la comunità internazionale continua a monitorare gli sviluppi.






