Il team Israel Premier Tech, noto nel panorama ciclistico internazionale, ha annunciato ufficialmente attraverso una nota la decisione di cambiare nome e di allontanarsi dalla sua attuale identità israeliana. Questo annuncio arriva in un contesto di crescenti contestazioni da parte di attivisti pro-palestinesi, culminate in episodi di protesta durante la recente Vuelta a España.
Il cambiamento di identità del Team Israel e il ritiro di Sylvan Adams
Il team, la cui presenza in alcune gare è stata fortemente criticata, ha comunicato un impegno fermo verso i propri corridori, lo staff e i partner, ma ha scelto di rinominare la squadra per separarsi dall’attuale immagine legata a Israele. Contestualmente, il proprietario e filantropo miliardario israelo-canadese Sylvan Adams si farà da parte a partire dalla prossima stagione, concentrandosi sul suo ruolo di presidente del Congresso Ebraico Mondiale. Adams, figura chiave nella nascita e nello sviluppo della squadra dal 2014, è stato spesso considerato un ambasciatore personale dello Stato di Israele nel mondo sportivo, utilizzando il ciclismo come strumento di soft power.
La squadra ha inoltre deciso di non partecipare al Giro dell’Emilia e al Trittico Lombardo, senza motivare pubblicamente la scelta. La notizia del cambio di identità segue un periodo di tensioni che hanno caratterizzato la partecipazione israeliana in eventi ciclistici internazionali, tra cui la Vuelta a España, dove la squadra è stata oggetto di proteste e ha dovuto essere scortata durante la presentazione ufficiale.
Israel Premier Tech: tra sport e geopolitica
Fondata da Sylvan Adams con l’obiettivo di promuovere il ciclismo in Israele e di migliorare l’immagine internazionale del Paese, la squadra si è distinta per la partecipazione a importanti gare come il Giro d’Italia e il Tour de France. Nonostante le vittorie limitate, la compagine ha rappresentato un progetto a lungo termine che unisce sport e diplomazia, spesso al centro di polemiche politiche internazionali.
Adams, che ha sponsorizzato eventi storici come la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme nel 2018, ha sempre visto il ciclismo come un mezzo per contrastare campagne di boicottaggio contro Israele. La sua decisione di lasciare la squadra segna dunque un cambio di rotta significativo per il team, che ora si prepara a scrivere un nuovo capitolo della propria storia.






