A centinaia di chilometri dalla costa dell’Oregon, sotto quasi 1.400 metri d’acqua, un gigantesco vulcano sottomarino sta dando segni di risveglio. Si tratta dell’Axial Seamount, un vulcano che sorge su un punto caldo geologico — una zona in cui il magma risale direttamente dal mantello terrestre verso la crosta. I vulcani di questo tipo sono comuni sui fondali oceanici, ma Axial Seamount si trova in una posizione particolarmente attiva: la dorsale di Juan de Fuca, dove le placche tettoniche del Pacifico e di Juan de Fuca si allontanano l’una dall’altra, accumulando pressione nel sottosuolo.
Secondo i ricercatori dell’Ocean Observatories Initiative Regional Cabled Array della National Science Foundation, gestito dall’Università di Washington, l’aumento di terremoti nell’area — attualmente qualche centinaio al giorno — è un chiaro segnale dell’accumulo di magma e potrebbe indicare che un’eruzione è vicina. “Direi che potrebbe eruttare più avanti nel 2025 o all’inizio del 2026, ma potrebbe anche succedere domani: è completamente imprevedibile,” ha spiegato William Wilcock, geofisico marino e docente all’Università di Washington.
Cosa accade durante un’eruzione?
Nel corso dell’ultima eruzione, avvenuta nell’aprile del 2015, i ricercatori hanno registrato circa 10.000 scosse sismiche in un solo giorno. Il magma, cioè la roccia fusa, è fuoriuscito per circa un mese, coprendo una distanza di circa 40 chilometri sul fondale marino. Il cuore del vulcano, la camera magmatica, ha subito diversi crolli nel tempo, dando origine a una caldera: un enorme cratere sottomarino da cui fuoriescono gas ricchi di minerali attraverso sorgenti idrotermali.
Axial Seamount, the most active volcano in the Pacific Northwest, is a mile-wide underwater volcano that sits 300 miles off the coast of Oregon and more than 4,900 feet below the surface of the Pacific Ocean could erupt 'any day now.' https://t.co/8TACismaN6 pic.twitter.com/7jtPczqgZp
— liten drage (@DrageLiten) May 6, 2025
In queste zone, nonostante le condizioni estreme, prosperano forme di vita marina che si nutrono delle sostanze emesse dai cosiddetti “snowblowers”: getti di liquidi caldi e micro-organismi che emergono dalle fenditure della caldera. Anche se durante le eruzioni le comunità biologiche possono essere devastate dai flussi di lava, il loro recupero è sorprendentemente rapido.
“Tre mesi dopo l’ultima eruzione, l’ecosistema era già tornato in piena attività,” ha dichiarato Debbie Kelley, direttrice del Regional Cabled Array.
“Credo che sia una delle scoperte più straordinarie: la vita riesce a prosperare in ambienti che consideriamo inospitali, e i vulcani sottomarini potrebbero essere tra le fonti primarie della vita nei nostri oceani”.
Un fenomeno spettacolare, ma innocuo
Per quanto impressionanti, le eruzioni dell’Axial Seamount non rappresentano un pericolo né per gli esseri umani né per la maggior parte della fauna marina. Pesci, balene e polpi possono percepire le vibrazioni sismiche, ma difficilmente ne subiranno danni. Anche sulla terraferma, le persone non noteranno nulla: niente colonne di fumo, niente ceneri. “È un’eruzione molto tranquilla. È come se mettessimo un chilometro d’acqua sopra il vulcano Kilauea: al massimo vedremmo qualche getto d’acqua, nulla di più,” ha spiegato Kelley.
In effetti, la maggior parte dell’attività vulcanica terrestre avviene nei fondali oceanici, lungo dorsali come quella di Juan de Fuca, dove piccoli episodi eruttivi si verificano ogni giorno. Il magma dell’Axial Seamount si trova a circa un chilometro di profondità — molto meno rispetto ad altri vulcani terrestri, dove può trovarsi fino a 13 chilometri sotto la superficie.
La viscosità del magma influisce sul comportamento eruttivo: un magma più denso può generare esplosioni più violente, mentre quello più fluido dell’Axial Seamount consente un’eruzione più graduale.
Un’eruzione… in diretta
La prossima eruzione sarà anche un evento mediatico: l’osservatorio sottomarino prevede di trasmettere in diretta streaming l’eruzione, una prima assoluta. Non è un’impresa semplice: l’ambiente è difficile da raggiungere e monitorare. Solo di recente, il 29 aprile, gli scienziati hanno potuto osservare direttamente un’eruzione sottomarina nell’Oceano Pacifico, a 2.000 chilometri dalla Costa Rica.
Durante una missione di routine, il team della Woods Hole Oceanographic Institution ha trovato i camini idrotermali Tica, un tempo brulicanti di vita, ridotti a un “barbecue di vermi tubicoli”, come lo ha definito il ricercatore Dan Fornari. Piccole colate laviche arancioni fuoriuscivano dal fondale e si solidificavano a contatto con l’acqua fredda: chiara prova che l’eruzione era in corso. “È un passo avanti significativo. Stiamo osservando in diretta come si costruisce il nostro pianeta,” ha detto Fornari.
La luna, il sole… e il vulcano
Un dettaglio curioso: tutte e tre le eruzioni recenti dell’Axial Seamount — nel 1998, 2011 e 2015 — si sono verificate tra gennaio e aprile, il periodo in cui la Terra si allontana dal Sole. Secondo Wilcock, questo potrebbe essere collegato alle forze gravitazionali esercitate dalla Luna.
Il movimento delle maree, infatti, provoca variazioni di pressione sul fondale marino. Quando la camera magmatica è quasi al limite, anche un piccolo aumento di pressione — come quello causato dall’alta marea — può dare il colpo di grazia.






