Milano, 21 maggio – La Guardia di Finanza di Milano ha effettuato un’ordinanza di arresti domiciliari per cinque indagati nell’inchiesta su scommesse clandestine. Tra loro, spiccano Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, presunti gestori di puntate illegali online. Sono coinvolti anche calciatori di Serie A come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. L’ordinanza, emessa dalla gip Lidia Castellucci, segue gli interrogatori del 17 aprile, per reati di esercizio abusivo di gioco e riciclaggio
A distanza di oltre un mese dall’operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha portato alla luce un grave scandalo legato alle scommesse clandestine nel mondo del calcio, cinque uomini sono stati posti agli arresti domiciliari. L’accusa è di aver gestito il giro illegale di scommesse che ha coinvolto diversi calciatori di Serie A, tra cui nomi noti come Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Alessandro Florenzi. L’operazione è stata coordinata dal gip Lidia Castellucci.
Gli indagati e il loro ruolo
I cinque indagati, di età compresa tra i 30 e i 45 anni, sono Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera, Antonio Scinocca, Antonino Parise e Andrea Piccini. De Giacomo è stato identificato come il coordinatore principale, responsabile delle piattaforme illegali di scommesse online, come Betsport22.com e Swapbet365.eu. Frizzera, d’altra parte, era incaricato di creare “stanze chiuse” per il poker online, gestendo anche eventuali problemi tecnici.
Il ruolo della gioielleria nel riciclaggio
Un aspetto significativo emerso dalle indagini è l’uso di una gioielleria, la Elysium Group, da parte di Scinocca, Parise e Piccini per mascherare le transazioni finanziarie legate al gioco d’azzardo. Attraverso simulazioni di vendite di gioielli e orologi, i calciatori riuscivano a effettuare bonifici per saldare i debiti di gioco, utilizzando la gioielleria come una sorta di “banca” occulta. Questo meccanismo ha messo in evidenza come il fenomeno delle scommesse clandestine possa avere radici profonde e complesse.
Le difese e le implicazioni del caso
La difesa di De Giacomo e Frizzera ha cercato di sostenere che i loro assistiti fossero vittime della ludopatia piuttosto che organizzatori di un giro di scommesse. L’avvocato difensore ha messo in evidenza come il coinvolgimento di calciatori con stipendi elevati abbia attirato un’attenzione mediatica eccessiva, sostenendo che si tratta di ragazzi che scherzano e non di delinquenti incalliti. Tuttavia, il caso ha portato alla luce interrogativi seri sulla gestione delle scommesse nel calcio e sull’impatto della ludopatia tra i calciatori professionisti.