È emerso un grave scandalo di scommesse illegali che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, coinvolgerebbe cinque uomini milanesi, ritenuti i principali organizzatori di un giro di scommesse clandestine. Secondo le indagini avviate dalle autorità, i presunti colpevoli avrebbero gestito un sistema di scommesse che coinvolge numerosi calciatori di Serie A, utilizzando piattaforme online per facilitare le attività illecite. I nomi dei presunti organizzatori sono Tommaso De Giacomo, 38 anni, Patrik Frizzera, 45 anni, Antonio Scinocca, 33 anni, Antonino Parise, 43 anni e Andrea Piccini, 31 anni. L’operazione ha avuto inizio a seguito di segnalazioni e attività investigative della Polizia di Stato, che hanno messo in luce un sofisticato sistema di frode.
Un’organizzazione complessa
Le autorità hanno ricostruito un’organizzazione che si estendeva oltre la semplice raccolta di scommesse. Tommaso De Giacomo, figura centrale del giro, è accusato di dirigere e coordinare tutte le operazioni legate alle scommesse illegali. Secondo le indagini, egli avrebbe gestito diverse piattaforme web come Betsport22.com e Swapbet365.eu, utilizzate per la raccolta di scommesse. De Giacomo avrebbe anche comunicato le password di accesso agli scommettitori e curato la contabilità dei debiti e crediti per ciascun giocatore, rendendo il sistema estremamente efficiente e difficile da tracciare.
Il possibile ruolo di Patrik Frizzera
Patrik Frizzera, un altro degli indagati, avrebbe avuto un ruolo cruciale nel garantire la partecipazione dei calciatori a giochi di poker online. Egli avrebbe creato “stanze chiuse” protette da password, dove decideva chi poteva partecipare. Frizzera era anche responsabile della risoluzione di eventuali problemi tecnici, assicurando che il gioco potesse proseguire senza intoppi.
La gestione della gioielleria
Un’altra parte dell’organizzazione riguardava la gestione di una gioielleria, che sarebbe stata amministrata da Scinocca, Parise e Piccini. Questi tre uomini, soci e amministratori della Elysium Group, non solo si occupavano della vendita di gioielli e orologi, ma avrebbero anche simulato transazioni per mascherare i pagamenti legati ai debiti di gioco dei calciatori. In pratica, la gioielleria fungeva da “banca” per regolare in modo occulto i conti delle scommesse, rendendo difficile la tracciabilità dei movimenti finanziari. I bonifici bancari ricevuti dai calciatori venivano giustificati come acquisti di preziosi, mentre in realtà servivano a coprire le perdite accumulate nel gioco d’azzardo.
Le indagini, condotte dalla Procura di Milano, hanno portato alla luce non solo i nomi degli indagati, ma anche un sistema complesso e ben strutturato, che ha coinvolto diversi livelli di operatività. Ciò ha sollevato interrogativi sulla possibilità che altri calciatori possano essere stati coinvolti nel sistema di scommesse, ampliando il cerchio degli indagati. Le autorità stanno cercando di fare chiarezza su quanti possano essere stati coinvolti e se ci siano ulteriori complici all’interno del mondo del calcio.