Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha denunciato l’antisemitismo come una “malattia” in crescita, sostenendo che, nonostante il massacro di Hamas del 7 ottobre, le manifestazioni europee hanno glorificato atti di violenza
“L’antisemitismo rappresenta una delle forme più insidiose di odio, una vera e propria malattia che colpisce non solo Israele, ma anche molte altre nazioni nel mondo”. Così ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante una recente conferenza a Tel Aviv. Il premier israeliano ha messo in evidenza come le manifestazioni avvenute nelle capitali europee, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, abbiano rivelato un lato oscuro della società occidentale, con scene di celebrazione per atti di violenza contro innocenti.
L’aumento dell’antisemitismo
Contrariamente a quanto si potesse sperare, secondo Netanyahu l’antisemitismo non è diminuito dopo il massacro perpetrato da Hamas; al contrario, avrebbe mostrato un preoccupante aumento. Il premier ha citato atti simbolici, come la bruciatura della bandiera israeliana e, sorprendentemente, di quella americana. “Quando si celebrano tali atti, si celebra la fine della civiltà”, ha dichiarato, sottolineando il rischio di una crescente normalizzazione dell’odio.
La memoria storica e la lotta contro l’antisemitismo
Netanyahu ha richiamato l’importanza della memoria storica e della lotta contro l’antisemitismo, evidenziando il ruolo cruciale di Israele come faro di speranza e sicurezza per gli ebrei nel mondo. Ha esortato la comunità internazionale a unirsi per combattere questa forma di odio, che non colpisce solo Israele, ma si estende a tutte le minoranze perseguitate.