Un rapporto dell’ONU denuncia la crisi dei diritti umani in Myanmar a causa della violenza militare e dell’impunità sistemica. Dopo il colpo di Stato del 2021, i civili subiscono incessanti attacchi
La situazione dei diritti umani in Myanmar è diventata sempre più drammatica, come evidenziato in un recente rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Pubblicato il 28 maggio 2025, il documento mette in luce come la crescente violenza militare, l’impunità sistemica e il collasso economico stiano intrappolando la popolazione civile in un conflitto sempre più brutale.
La crisi dopo il colpo di Stato
Dopo il colpo di Stato del febbraio 2021, che ha interrotto una fragile transizione democratica, la situazione in Myanmar è degenerata. Le forze armate hanno intensificato gli attacchi aerei e i bombardamenti indiscriminati contro i civili, mentre i gruppi di resistenza hanno guadagnato terreno, in particolare nello Stato di Rakhine, una delle aree più colpite dalla violenza. Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato: “Il Paese si trova in una crisi dei diritti umani sempre più profonda, segnata da violenze e atrocità incessanti”.
Un impatto devastante sulle vittime civili
Il rapporto rivela che nel 2024 le operazioni militari hanno causato un numero record di vittime civili, superando qualsiasi altro anno successivo al golpe. A questo si aggiunge un grave impatto sull’economia, con perdite stimate in circa 93,9 miliardi di dollari dalla presa del potere da parte dei militari. Il tasso di inflazione è schizzato alle stelle, e oltre la metà della popolazione vive ora al di sotto della soglia di povertà, mentre la valuta, il kyat, ha perso il 40% del suo valore.
Il ruolo dell’esercito birmano nell’economia
L’esercito birmano continua a controllare le principali fonti di entrate del Paese, tra cui la banca centrale e le risorse estrattive. In questo contesto, il Myanmar è diventato il principale produttore mondiale di oppio e di droghe sintetiche, con reti criminali transnazionali che prosperano sotto il regime militare.
In risposta a questa emergenza, l’Onu chiede una risposta multilaterale che includa l’assistenza umanitaria urgente e un impegno politico rafforzato con le forze democratiche e le strutture emergenti di governance. La comunità internazionale è chiamata a non voltare le spalle a questa crisi, che colpisce non solo il Myanmar, ma rappresenta una minaccia per la stabilità regionale e i diritti umani a livello globale.






