Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha richiesto a Steve Witkoff, inviato del presidente Trump, di avviare negoziati diretti con gli Stati Uniti riguardo la questione nucleare
Il recente appello del ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, per negoziati diretti tra Iran e Stati Uniti sul tema nucleare segna un momento significativo nelle relazioni tra le due nazioni. Questa richiesta, riportata dal portale Ynet, evidenzia la crescente disillusione di Teheran nei confronti della mediazione dell’Oman, un paese che ha cercato di facilitare il dialogo, ma che ora sembra non soddisfare le aspettative iraniane.
La necessità di un dialogo diretto
La richiesta di Araghchi sottolinea il forte desiderio dell’Iran di stabilire un dialogo diretto, ritenuto essenziale per affrontare le tensioni che persistono da anni. Fonti vicine al governo iraniano hanno indicato che, in assenza di un accordo per avviare colloqui diretti, si potrebbe prendere in considerazione una mediazione da parte della Norvegia. Questo attore, meno coinvolto nelle attuali dinamiche geopolitiche, potrebbe fungere da facilitatore neutrale.
Prossimi passi nei colloqui
Attualmente, il quarto round di colloqui tra Iran e Stati Uniti è previsto per il fine settimana, con Muscat, capitale dell’Oman, come possibile sede. I media statali iraniani hanno riportato notizie di una ripresa imminente dei negoziati, che potrebbero svolgersi tra sabato e domenica o tra domenica e lunedì. Tuttavia, una fonte del team negoziale ha avvertito che non c’è ancora una data definitiva, il che solleva interrogativi sulla capacità delle parti di mantenere un dialogo costruttivo.
Ritardi e incertezze
Il quarto round di negoziati, inizialmente previsto a Roma, è stato rinviato per motivi logistici, secondo quanto dichiarato da funzionari omaniti. Questo ritardo ha sollevato interrogativi sulla possibilità di raggiungere un accordo che possa finalmente portare a una risoluzione della controversia nucleare. Le tensioni tra Iran e Stati Uniti sono storicamente radicate e la strada verso un accordo duraturo appare complessa.
L’apertura al dialogo diretto potrebbe rappresentare un passo cruciale nel tentativo di ridurre le frizioni e trovare un terreno comune. La comunità internazionale guarda con attenzione a questi sviluppi, sperando che possano portare a un miglioramento delle relazioni e a una stabilizzazione della regione.






