Lo dice il ministro degli Esteri dell’Iran, Abbas Araghchi, in partenza per l’Oman: al via a Muscat il quarto round di colloqui e negoziati Iran-Stati Uniti sul nucleare, dopo il precedente round di un mese fa
A Muscat, in Oman, è iniziato il quarto round di negoziati tra Iran e Stati Uniti sul programma nucleare di Teheran, con un focus particolare sull’arricchimento dell’uranio. Questo incontro segna un’importante fase dei colloqui, intensificatisi dopo un lungo periodo di tensione e incertezze, a seguito del ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare del 2015, noto come JCPOA, avvenuto nel 2018 durante la presidenza di Donald Trump. Le autorità iraniane continuano a ribadire il loro diritto all’arricchimento dell’uranio, considerato “non negoziabile”, mentre le autorità americane lo definiscono una “linea rossa”.
La posizione dell’Iran
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato prima della partenza per l’Oman che l’Iran non è disposto a rinunciare a questo diritto fondamentale. “L’arricchimento dell’uranio è un diritto dell’Iran, e non intendiamo rinunciarvi”, ha affermato. Araghchi ha anche espresso la volontà di costruire un clima di fiducia, necessario per garantire che il programma nucleare iraniano rimanga esclusivamente pacifico. “Siamo pronti a discutere, ma se ci saranno richieste irrealistiche, i colloqui potrebbero incontrare significative difficoltà”, ha avvertito.
Le sanzioni e le tensioni
Questo quarto round di colloqui, inizialmente programmato per il 3 maggio, è stato rinviato per “ragioni logistiche”, come comunicato dai mediatori omaniti. Il rinvio è giunto in un momento delicato, in cui gli Stati Uniti hanno appena imposto nuove sanzioni all’Iran, alimentando ulteriormente le tensioni tra le due nazioni. Queste sanzioni hanno colpito settori cruciali dell’economia iraniana, aggravando la già difficile situazione economica del Paese e suscitando forti reazioni da parte di Teheran.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha sottolineato che la delegazione iraniana sta lavorando per ottenere la rimozione delle sanzioni e delle restrizioni economiche, definite “tiranniche”. “Non risparmieremo alcuno sforzo per proteggere gli interessi del nostro popolo e i risultati ottenuti nel campo dell’energia nucleare pacifica“, ha dichiarato Baghaei, enfatizzando l’importanza di un accordo che riconosca i diritti dell’Iran.
Le preoccupazioni internazionali
Nel contesto di questi negoziati, è importante notare che l’Iran ha ripetutamente negato le accuse occidentali di voler sviluppare armi nucleari. Le autorità iraniane insistono nel sostenere che il loro programma nucleare ha scopi esclusivamente pacifici, come la produzione di energia elettrica e la ricerca scientifica. Tuttavia, la crescente capacità di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran ha sollevato preoccupazioni in molte capitali occidentali, che temono un potenziale sviluppo di armamenti nucleari.
Il clima di sfiducia tra le due parti è accentuato dalla varietà di posizioni e dichiarazioni contrastanti emerse durante i negoziati. Araghchi ha sottolineato come le contraddizioni nelle posizioni americane stiano complicando ulteriormente il processo. “Purtroppo, uno dei principali problemi è rappresentato dalle dichiarazioni contraddittorie degli americani, sia all’interno della sala negoziale che sui media”, ha affermato, evidenziando la necessità di una maggiore coerenza nelle comunicazioni statunitensi.
La comunità internazionale osserva con attenzione l’evoluzione di questi colloqui, poiché un accordo duraturo potrebbe non solo stabilizzare la situazione in Medio Oriente, ma anche riaprire opportunità di cooperazione e dialogo tra Iran e Occidente. Con la scadenza del tempo che si avvicina e le pressioni economiche che aumentano, le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive per il futuro del programma nucleare iraniano e delle relazioni internazionali nella regione.






