PALERMO – Un centinaio di persone in fuga dalle brutali condizioni di vita in Tunisia sono state intercettate dalla Garde Nationale e deportate nel deserto verso il confine con l’Algeria. L’ONG Alarm Phone denuncia la pratica di sequestrare i telefoni, negando comunicazione. Continuano le deportazioni contro migranti e profughi, mentre il regime di Saied viola sistematicamente i diritti umani. Si richiede il soccorso immediato delle persone deportate e un’indagine da parte della Corte Penale Internazionale sulla complicità dei Governi europei
In un contesto di crescente crisi umanitaria, un centinaio di tunisini ha recentemente cercato di fuggire da condizioni di vita insostenibili nel loro paese, ma sono stati intercettati in mare dalla Garde Nationale tunisina e deportati nel deserto, verso il confine con l’Algeria. Questa notizia, riportata da Alarm Phone e dalla ONG Mediterranea Saving Humans, solleva gravi preoccupazioni riguardo alle violazioni dei diritti umani in Tunisia, dove la repressione contro i migranti e i cittadini è in costante aumento.
Deportazioni e violazioni dei diritti umani
Le autorità tunisine hanno sequestrato i telefoni dei migranti, privandoli della possibilità di comunicare con l’esterno e di chiedere aiuto. Questo episodio evidenzia una pratica sistematica di deportazione nel deserto, attuata dal regime autoritario del presidente Kais Saied, che continua a perseguitare donne, uomini e bambini in cerca di una vita migliore. Negli ultimi anni, la Tunisia ha visto un incremento delle violazioni dei diritti umani, con arresti arbitrari di oppositori politici, giornalisti e attivisti sindacali.
Il ruolo dell’Unione Europea
Dal febbraio 2023, Mediterranea ha documentato numerosi casi simili, sottolineando come il governo tunisino, in cambio di finanziamenti europei per fermare il flusso migratorio, abbia trasformato il paese in un nuovo “hub” per la detenzione e la deportazione di migranti. Le ONG richiedono con urgenza che l’Unione Europea e il governo italiano interrompano il sostegno a regimi che commettono crimini contro l’umanità. È fondamentale un intervento immediato per garantire assistenza adeguata alle persone deportate e una seria indagine da parte della Corte Penale Internazionale sulla complicità dei governi europei in queste pratiche disumane.
Un appello alla responsabilità globale
La situazione in Tunisia continua a deteriorarsi, mentre la comunità internazionale rimane in silenzio. Le storie di queste persone, che cercano semplicemente un futuro migliore, sono un richiamo urgente alla responsabilità e alla solidarietà globale. È fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti per porre fine a queste violazioni e garantire che i diritti umani siano rispettati per tutti, indipendentemente dalla loro origine.






