Cresce il divario tra i pensionati uomini (1.486 euro) e le pensionate donne (1.011 euro), con una differenza media del 31,97% che segna un incremento rispetto al 2024 (29,1%)
Oggi, 23 aprile 2025, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha rilasciato dati significativi riguardanti le pensioni liquidate nel primo trimestre dell’anno. Sono state erogate 194.582 pensioni, con un importo medio di 1.237 euro al mese, evidenziando un lieve incremento rispetto ai 1.229 euro del 2024. Tuttavia, una questione preoccupante emerge dall’analisi: il divario tra le pensioni degli uomini e delle donne continua ad allargarsi.
Il divario pensionistico di genere
Gli uomini percepiscono in media una pensione di 1.486 euro, in crescita rispetto ai 1.457 euro del 2024. Al contrario, le donne hanno registrato una diminuzione dell’importo medio, che si attesta a 1.011 euro, rispetto ai 1.033 euro dell’anno precedente. Questo porta a una differenza significativa, con le donne che ricevono il 31,97% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. Questo dato segna un incremento del divario rispetto al 29,1% registrato nel 2024, evidenziando una tendenza preoccupante.
Cause del divario
Il divario pensionistico di genere è un problema strutturale che affligge il nostro Paese da anni. Le cause sono molteplici: dalla maggiore incidenza di lavori part-time o precari tra le donne, a una minore anzianità lavorativa, spesso conseguenza di interruzioni per motivi familiari. Inoltre, storicamente, le donne tendono a percepire salari più bassi rispetto agli uomini, il che si traduce in pensioni inferiori.
La necessità di un intervento
È fondamentale considerare che il dato riportato si riferisce ai singoli assegni pensionistici e non tiene conto di eventuali trattamenti aggiuntivi che potrebbero alterare la percezione totale del reddito da pensione. Tuttavia, la disparità rimane un tema cruciale, che richiede un intervento deciso per garantire un sistema pensionistico equo per tutti. La questione del divario pensionistico non è solo una cifra, ma rappresenta la condizione di vita di milioni di donne in Italia, influenzando la loro sicurezza economica e il loro benessere.






