REGGIO EMILIA, 8 MAGGIO – Questa mattina, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, cugini di Saman Abbas, sono stati arrestati e trasferiti in carcere. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo dalla corte d’Assise d’Appello di Bologna per l’omicidio della 18enne pachistana avvenuto a Novellara nel maggio 2021. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 6 maggio su richiesta della Procura Generale
Nella mattinata dell’8 maggio, Nomanulhaq e Ikram Ijaz, cugini di Saman Abbas, sono stati arrestati e trasferiti in carcere. Questo provvedimento è avvenuto dopo che la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha emesso, lo scorso 18 aprile, una sentenza di ergastolo nei loro confronti per l’omicidio della giovane pachistana, avvenuto nel maggio 2021 a Novellara, un comune situato nella Bassa Reggiana. Il caso ha suscitato un ampio dibattito pubblico, evidenziando tematiche cruciali legate ai diritti delle donne e alle dinamiche culturali.
Arresto e custodia cautelare
I due cugini sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, in ottemperanza a un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 6 maggio su richiesta della Procura Generale. Questo sviluppo è stato accolto con attenzione dalla comunità locale e dai media, che seguono da vicino le evoluzioni di un caso che ha scosso l’opinione pubblica italiana. Saman Abbas, 18 anni, è scomparsa nel maggio del 2021 e il suo corpo non è mai stato ritrovato, alimentando così le speculazioni e le paure riguardo a un possibile omicidio motivato da ragioni di onore.
Messaggio contro la violenza di genere
La sentenza di ergastolo rappresenta una risposta severa da parte della giustizia italiana, rivolta non solo a punire i responsabili, ma anche a lanciare un forte messaggio contro la violenza di genere e le pratiche discriminatorie che possono derivare da tradizioni culturali. La Corte d’Assise d’Appello ha anche aumentato la pena di Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, da 14 a 22 anni. I genitori della ragazza, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, erano già stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia (sentenza che è stata confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna).






