La commissaria europea per la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha affermato che gli aiuti umanitari devono rispettare i princìpi di imparzialità, neutralità e indipendenza
Il dibattito sulla gestione degli aiuti umanitari a Gaza ha riacquistato importanza in Europa, dopo una proposta controversa avanzata da Israele e sostenuta dagli Stati Uniti. La commissaria europea per la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha espresso la netta opposizione dell’Unione Europea a un sistema che potrebbe compromettere i principi fondamentali su cui si basa l’assistenza umanitaria. Durante il Forum umanitario europeo 2025, Lahbib ha sottolineato che gli aiuti devono rimanere imparziali, neutrali e indipendenti, affermando che l’Unione non accetterà modelli che possano alterare queste basi essenziali.
La proposta di privatizzazione degli aiuti
La proposta di Israele prevede una certa privatizzazione della distribuzione degli aiuti, un’idea che ha suscitato preoccupazioni tra funzionari europei e organizzazioni umanitarie. Secondo Lahbib, un approccio di questo tipo non solo potrebbe compromettere la trasparenza e l’efficacia degli aiuti, ma rischierebbe anche di esacerbare le tensioni già presenti nella regione. Il suo intervento ha evidenziato l’importanza di mantenere gli aiuti sotto il controllo di enti imparziali, capaci di operare in condizioni di conflitto senza subire pressioni politiche.
La posizione dell’Unione Europea
La commissaria ha anche accennato alla disponibilità dell’Unione Europea a ripensare e migliorare il sistema umanitario attuale, ma questo deve avvenire nel rispetto dei valori fondamentali del diritto umanitario internazionale. Questo approccio è particolarmente rilevante in un contesto in cui la crisi a Gaza continua a richiedere assistenza urgente e coordinata.
Le ripercussioni della gestione privatizzata
In questo scenario complesso, la posizione dell’Unione Europea si allinea con le richieste di numerose ONG e attivisti, che avvertono sui pericoli di una gestione privatizzata degli aiuti. La questione si fa ancora più delicata considerando la storicità del conflitto israelo-palestinese, dove le dinamiche politiche possono influenzare gravemente la distribuzione e l’efficacia degli aiuti. La risposta dell’Unione Europea potrebbe avere ripercussioni significative non solo sul terreno, ma anche nelle relazioni diplomatiche in corso nella regione.