L’esercito israeliano (IDF) ha condotto un attacco all’alba contro una scuola a Gaza, identificando nel luogo un centro di comando di Hamas e Jihad Islamica. L’operazione ha causato la morte di almeno 25 persone
L’escalation di violenza nella Striscia di Gaza ha raggiunto un nuovo picco, con l’esercito israeliano (IDF) che ha condotto un attacco aereo su una scuola. Questo raid, avvenuto all’alba del 26 maggio 2025, ha portato alla morte di almeno 25 persone, secondo fonti locali. L’IDF ha affermato che all’interno della scuola si trovavano terroristi di alto livello, sottolineando la complessità della situazione in un contesto di conflitto prolungato.
La natura dell’attacco
Nel comunicato diffuso tramite Telegram, l’IDF ha specificato che l’attacco era mirato a un centro di comando e controllo di Hamas e della Jihad Islamica, situato nella zona di Gaza City. Questo centro, secondo le autorità israeliane, veniva utilizzato dai terroristi per pianificare e coordinare attacchi contro civili israeliani e forze armate. La scelta di colpire un’istituzione educativa ha suscitato interrogativi etici e legali, poiché i bombardamenti su obiettivi civili sono frequentemente oggetto di condanna internazionale.
La situazione attuale a Gaza
La situazione a Gaza rimane critica, con le tensioni tra Israele e Hamas che continuano a intensificarsi. L’escalation di violenza è stata innescata dall’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, che ha provocato una risposta militare massiccia da parte di Tel Aviv, caratterizzata da bombardamenti incessanti. Hamas ha intensificato i suoi attacchi, utilizzando razzi e altre forme di violenza, mentre le vittime civili continuano ad aumentare.
Le implicazioni legali ed etiche
Gli esperti di sicurezza avvertono che l’uso di scuole e altri edifici civili da parte di gruppi militanti come Hamas per scopi militari complica ulteriormente la situazione. Questa tattica è considerata da molti una violazione delle leggi internazionali e viene vista come un modo per sfruttare la presenza dei civili per proteggere le proprie operazioni. Tuttavia, Israele è accusato di rispondere in modo sproporzionato, causando danni collaterali significativi e perdite di vite umane tra la popolazione innocente.
Le dichiarazioni dell’IDF hanno riacceso il dibattito sulla legittimità delle operazioni militari in contesti urbani, dove la distinzione tra obiettivi militari e civili diventa sempre più sfumata.