“La situazione a Gaza estremamente grave” afferma padre Gabriel Romanelli, responsabile dell’unica parrocchia cattolica della Striscia
La situazione a Gaza sta raggiungendo livelli di emergenza che non possono più essere ignorati. Padre Gabriel Romanelli, parroco dell’unica chiesa cattolica della Striscia, ha recentemente dichiarato che da tre mesi non riceve alcun aiuto umanitario. La sua parrocchia, che accoglie circa 500 persone, tra cui famiglie, donne e bambini, si è trasformata in un rifugio per chi fugge dalla violenza. All’interno della chiesa si trova anche un gruppo di disabili assistiti dalle Missionarie della Carità, dimostrando l’impegno della comunità religiosa in un contesto di crisi.
La gravità della situazione
In un’intervista con Aiuto alla Chiesa che Soffre, padre Romanelli ha descritto la situazione attuale come “molto grave”. I bombardamenti incessanti hanno portato a un clima di paura, con schegge che spesso raggiungono il complesso parrocchiale. Nonostante le enormi difficoltà, il parroco ha informato che stanno razionando le scorte di cibo e acqua, distribuendole tra i rifugiati e le persone in cerca di aiuto dalle aree circostanti.
Le statistiche allarmanti
Le statistiche sono preoccupanti: circa 52 membri della comunità cristiana, tra cui ortodossi e cattolici, sono stati uccisi dall’inizio del conflitto. Inoltre, molti altri sono morti a causa di malattie non curate, dovute alla mancanza di accesso ai servizi sanitari. Padre Gabriel ha anche notato un aumento dei disturbi mentali, come la depressione, tra i residenti, un chiaro segnale dell’angoscia e della paura che caratterizzano la vita quotidiana in questa regione.
La mancanza di aiuti umanitari
La carenza di aiuti umanitari ha costretto la comunità a trovare soluzioni creative per sopravvivere. Recentemente, padre Romanelli è riuscito a distribuire acqua potabile, nonostante le risorse siano estremamente limitate. Tuttavia, la situazione è insostenibile: senza nuovi rifornimenti, le scorte attuali non saranno sufficienti a lungo termine.
La costante comunicazione con il Papa rappresenta un’ancora di speranza per padre Gabriel e la sua comunità. “Il Santo Padre ci ha sempre incoraggiati dicendo ‘Non siete soli’”, ha ricordato il parroco, sottolineando l’importanza di questo supporto spirituale in tempi di crisi. La guerra ha devastato non solo le infrastrutture, ma anche la speranza di una vita normale. È fondamentale che la comunità internazionale presti attenzione urgente alla situazione a Gaza, per alleviare le sofferenze della popolazione e ripristinare un minimo di dignità e speranza.






