Il mistero dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco si infittisce: 6 nuove impronte non identificate sono state trovate vicino al corpo della vittima
Il caso di Chiara Poggi, la giovane assassinata a Garlasco nel 2007, continua a suscitare interesse e interrogativi. Nel corso degli ultimi rilevamenti effettuati, i consulenti della Procura hanno rivelato il ritrovamento di sei impronte digitali non identificate nelle vicinanze del corpo della vittima. Questo nuovo sviluppo riaccende le polemiche e alimenta interrogativi su un’inchiesta che ha già visto diversi colpi di scena.
Il mistero delle impronte vicino al corpo di Chiara: a chi appartengono?
Non è più soltanto l’ormai nota impronta 33, attribuita ad Andrea Sempio per la corrispondenza con 15 minuzie dattiloscopiche, a catturare l’attenzione degli inquirenti nel nuovo filone d’indagine sul caso di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Secondo una recente consulenza tecnica redatta da Gianpaolo Iuliano, esperto del Ris dei Carabinieri, e Nicola Caprioli, dattiloscopista forense, attorno al corpo della giovane sono state individuate in totale sei impronte palmari di origine sconosciuta.
Le impronte, rinvenute sulle pareti della scala dove Chiara è stata trovata senza vita, non appartengono né ad Andrea Sempio, indagato per concorso in omicidio, né ad Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto. Nessuna corrispondenza è stata rilevata neppure con i familiari della vittima, la cugina Stefania Cappa, né con gli amici di Marco Poggi, fratello della giovane: Alessandro Biasibetti, oggi frate, Roberto Freddi e Mattia Capra.
Sei tracce “comparabili”, ma senza identità
Gli esperti incaricati dalla Procura di Pavia hanno classificato le sei impronte come “comparabili”: frammenti che, pur non essendo sufficienti per una piena identificazione, possono comunque essere utilizzati per escludere con certezza la corrispondenza con soggetti noti. E così è stato fatto, tramite una serie di confronti mirati che hanno escluso tutti i nomi finora associati al caso.
Il mistero dell’impronta 10
Nel mirino degli investigatori resta anche l’impronta numero 10, rilevata sulla superficie interna del portone d’ingresso della villetta, sull’anta mobile. La traccia è sospettata di essere stata lasciata da una “mano sporca” – forse di sangue – ma su di essa, all’epoca delle prime indagini, non venne eseguito alcun accertamento biologico per verificarne la natura.
Cinque sono in totale le impronte digitali – diverse dalle sei palmari – ancora da identificare e rinvenute tra la parte interna ed esterna della porta d’ingresso. Anch’esse classificate come “comparabili”, non corrispondono né a Stasi né a Sempio, né agli altri soggetti noti e coinvolti nelle indagini. Tuttavia, proprio l’impronta 10 è al centro dell’attenzione investigativa sin dal 2020 e sarà oggetto di nuovi accertamenti genetici attraverso i para-adesivi conservati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano, in vista del maxi incidente probatorio.






