Il conclave si terrà mercoledì 7 maggio
Città del Vaticano, 28 aprile – A causa dell’età avanzata, il cardinale decano Giovanni Battista Re e il vice decano Leonardo Sandri non presiederanno il Conclave. Sarà il cardinale Pietro Parolin a guidare le operazioni, mentre il cardinale Re officierà la messa ‘Pro eligendo Pontifice’.
Il prossimo Conclave, un evento di fondamentale importanza per la Chiesa cattolica, sarà presieduto dal cardinale Pietro Parolin, come annunciato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Questa decisione è stata presa in seguito al superamento della soglia dei 90 anni da parte del cardinale decano Giovanni Battista Re e degli 80 anni del vice decano Leonardo Sandri, i quali non possono più esercitare le loro funzioni in tale contesto. L’elezione di un nuovo pontefice avverrà in un periodo di grandi cambiamenti e sfide, rendendo il Conclave un momento cruciale per la leadership ecclesiastica.
L’importanza del cardinale Parolin
Il cardinale Parolin, attuale Segretario di Stato, è una figura di spicco all’interno della Santa Sede, noto per la sua abilità diplomatica e il suo impegno nel dialogo interreligioso. La sua esperienza lo rende un candidato ideale per guidare un’assemblea tanto delicata quanto storica. Tra i suoi successi, spiccano i negoziati che hanno portato a una distensione nei rapporti tra la Santa Sede e la Cina, un tema di vitale importanza per la Chiesa cattolica nel mondo contemporaneo.
Il rituale “Pro eligendo Pontifice”
Durante il Conclave, il cardinale Re presiederà la messa “Pro eligendo Pontifice”, un momento solenne che precede le votazioni e invita i cardinali a riflettere sulla loro responsabilità nell’elezione del nuovo papa. Questo rituale non solo sottolinea l’importanza dell’evento, ma segna anche l’inizio di un periodo di intensa preghiera e discernimento. La celebrazione di questa messa rappresenta un momento di unione e spiritualità per tutti i partecipanti.
Le sfide della Chiesa cattolica
La scelta del cardinale Parolin è vista da molti come un segnale di continuità nella leadership della Chiesa, soprattutto in un momento in cui la comunità cattolica affronta questioni complesse come la crisi degli abusi, le sfide sociali e le tensioni geopolitiche. La sua presidenza del Conclave sarà osservata con grande attenzione sia dai fedeli sia dagli esperti di ecclesiologia, i quali si aspettano di vedere come il suo approccio diplomatico influenzerà le dinamiche di voto tra i cardinali.
In questo contesto, il ruolo di Parolin non sarà solo quello di presidente, ma anche di mediatore. Sarà capace di unire le diverse correnti all’interno del collegio cardinalizio e di guidare la Chiesa verso un rinnovamento spirituale e pastorale, in linea con le sfide del terzo millennio. La sua leadership potrebbe rappresentare una nuova era per la Chiesa cattolica, affrontando con coraggio e determinazione le sfide del presente e del futuro.






