È avvenuto a Ozzano dell’Emilia e a San Clemente. In un caso c’è stata l’approvazione all’unanimità, nell’altro un ampio consenso
Dopo Casalecchio di Reno, altri due Comuni hanno revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini in occasione dei festeggiamenti del 25 aprile: Ozzano dell’Emilia e San Clemente, in Provincia di Rimini. Entrambi hanno anche conferito il riconoscimento a Giacomo Matteotti, ex segretario del Partito Socialista Unitario e noto antifascista.
A Ozzano dell’Emilia questa decisione, presa il 24 aprile 2025, è stata approvata con un ampio consenso, evidenziando la volontà della comunità di affrontare il proprio passato in modo critico e consapevole.
Un gesto simbolico di rifiuto del fascismo
Il sindaco di Ozzano dell’Emilia, Luca Lelli ha sottolineato come la cittadinanza a Mussolini fosse stata concessa in un’epoca storica molto diversa, quando molti comuni si sentivano quasi obbligati a rendere omaggio a figure politiche controverse. La revoca dell’onorificenza è stata sollecitata dall’ANPI locale, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di riconsiderare il passato in chiave democratica e antifascista.
A San Clemente, la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è stata approvata all’unanimità. La sindaca Mirna Cecchini ha messo in luce l’importanza di questa scelta, definendola un atto di responsabilità e maturità. “Significa giudicare con determinazione un passato costellato da atrocità e dall’azzeramento del pensiero critico”, ha dichiarato. Le sue parole sottolineano quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria storica, specialmente in un’epoca in cui il coraggio di affrontare il passato sembra affievolirsi.
La memoria di Giacomo Matteotti
Conferire la cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti, il politico socialista assassinato nel 1924 per la sua opposizione al regime fascista, non solo onora la sua memoria, ma invia anche un forte messaggio di rifiuto del fascismo e delle sue ideologie. Matteotti, noto per il suo coraggio e la sua integrità, diventa così un simbolo di resistenza e di impegno per i valori democratici, incarnando la lotta per i diritti civili e la giustizia sociale. “La democrazia e la libertà non sono beni scontati”, ha dichiarato Cecchini, “ma frutti di conquiste faticose che richiedono responsabilità e partecipazione attiva”.






