Un palestinese di dodici anni è stato ucciso dalle forze israeliane a Yamoun, vicino a Jenin, in Cisgiordania. La causa del decesso sono ferite da arma da fuoco
Un tragico episodio ha scosso la comunità palestinese nella città di Yamoun, situata a ovest di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale. Il 23 aprile, un ragazzino di soli dodici anni, Mahmoud Mithqal Ali Abu al-Haijja, ha perso la vita a causa di colpi sparati dalle forze di difesa israeliane (IDF). La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa Wafa, che ha citato fonti ufficiali del ministero della Salute palestinese.
Dettagli dell’incidente
Secondo quanto dichiarato, il giovane è stato trasportato d’urgenza alla struttura sanitaria locale dalla Mezzaluna Rossa palestinese, ma nonostante i tentativi di soccorso, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate. Le ferite letali sono state specificatamente descritte come colpi di arma da fuoco alla guancia e all’addome, segni di una violenza che continua a caratterizzare la regione.
Un contesto di crescente tensione
Questo tragico evento si inserisce in un contesto di crescente tensione tra israeliani e palestinesi, dove gli scontri tra le forze di sicurezza israeliane e i civili palestinesi sono all’ordine del giorno. Negli ultimi mesi, la situazione nella Cisgiordania è peggiorata, con un aumento di operazioni militari da parte delle IDF, giustificate come misure di sicurezza contro attacchi terroristici, ma che spesso colpiscono anche i civili.
Reazioni e implicazioni
Il caso di Mahmoud ha suscitato una forte reazione tra i palestinesi, che vedono nella morte del ragazzo un ulteriore segnale della brutalità del conflitto. Organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato l’uso eccessivo della forza da parte delle forze israeliane, sottolineando che tali incidenti non sono isolati, ma parte di un pattern di violenza che infligge costantemente sofferenza alle famiglie palestinesi.






