Il leader nazionalista serbo-bosniaco Milorad Dodik ha negato di essere un guerrafondaio, accusando invece la componente musulmana della Bosnia-Erzegovina di volere un nuovo conflitto
Milorad Dodik, il controverso leader nazionalista serbo-bosniaco, ha recentemente rilasciato dichiarazioni incendiari, accusando la comunità musulmana della Bosnia-Erzegovina di desiderare un nuovo conflitto armato. In un’intervista al settimanale austriaco Profil, Dodik ha affermato che i musulmani cercano di riportare in vita il jihadismo e di introdurre la legge della Sharia nel Paese, insinuando che tali aspirazioni siano supportate da alcuni stati europei. Queste affermazioni, che evocano il tragico passato della regione, potrebbero riaccendere le tensioni etniche e politiche, già fragili.
La posizione di Dodik sulla Bosnia-Erzegovina
Dodik, presidente della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba, ha espresso il suo disprezzo per l’attuale configurazione della Bosnia-Erzegovina, definendola uno “stato virtuale e insostenibile“. Secondo lui, i diversi gruppi etnici che convivono nel Paese non possono essere forzati a vivere insieme, sostenendo che l’idea di una Bosnia unita è un’illusione alimentata da Bruxelles. La sua retorica, che combina nazionalismo serbo e critiche all’Unione Europea, riflette una crescente sfiducia verso le istituzioni internazionali, che Dodik accusa di non riuscire a risolvere i propri problemi interni.
Risposta alle autorità austriache
In risposta a domande riguardanti un possibile arresto da parte delle autorità austriache, che hanno recentemente vietato il suo ingresso a causa delle sue posizioni separatiste, Dodik ha sottolineato che la Republika Srpska ha le proprie forze di polizia e strutture in grado di proteggere le sue personalità politiche. Ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che in Austria risiedono circa 300.000 serbi, insinuando che la comunità serba potrebbe avere un impatto politico significativo nel Paese.
Conseguenze delle dichiarazioni di Dodik
Queste dichiarazioni non fanno altro che alimentare le preoccupazioni riguardo a una possibile escalation di violenza nella regione, in un contesto già segnato da divisioni etniche e tensioni storiche. La situazione in Bosnia-Erzegovina rimane delicata, e le affermazioni di Dodik potrebbero avere ripercussioni serie, non solo a livello locale, ma anche nelle relazioni internazionali della regione.






