Rio de Janeiro – Nel febbraio dello scorso anno, i leader del Comando Vermelho (Cv), la più potente organizzazione criminale di Rio, avrebbero concordato con alcune autorità locali di sospendere attività illecite durante il G20. Un’inchiesta della Polizia federale ha rivelato intercettazioni di messaggi nel gruppo WhatsApp del Cv, dove un boss, Arnaldo da Silva Dias, ha confermato la richiesta di un rappresentante delle autorità di interrompere conflitti e rapine per sette giorni
Le recenti indagini della Polizia Federale brasiliana hanno messo in luce un inquietante accordo tra i vertici del Comando Vermelho, una delle organizzazioni criminali più potenti di Rio de Janeiro, e alcune autorità locali non meglio identificate. Questo patto prevedeva la sospensione di attività illecite, come conflitti a fuoco e rapine, durante la riunione dei ministri degli Esteri del G20, tenutasi a febbraio dello scorso anno. La scoperta è emersa grazie a intercettazioni telefoniche e messaggi scambiati su un gruppo WhatsApp, gestito da un consiglio permanente composto da una decina di boss, tutti detenuti ma con accesso ai cellulari.
Un dialogo inquietante tra crimine e istituzioni
Secondo quanto riportato dal quotidiano O Globo, il traffico di informazioni tra i capi del Comando Vermelho, tra cui il noto Arnaldo da Silva Dias, detto Naldinho, mette in luce un meccanismo di dialogo tra il crimine organizzato e le istituzioni. Naldinho ha dichiarato che un rappresentante delle autorità di Rio si era rivolto a lui per chiedere una tregua di sette giorni, in segno di rispetto verso il G20. “Siamo tutti d’accordo”, ha affermato, sottolineando la necessità di rispettare questa decisione all’interno dell’organizzazione, pena severe conseguenze.
Le implicazioni sulla sicurezza pubblica
Questo accordo solleva interrogativi inquietanti sulla relazione tra i gruppi mafiosi e le autorità pubbliche in Brasile. In un contesto in cui la criminalità organizzata esercita una forte influenza su molti aspetti della vita quotidiana, è fondamentale interrogarsi sull’efficacia delle politiche di sicurezza pubblica e sulla capacità dello Stato di affrontare tali fenomeni. Le autorità locali avrebbero dovuto garantire la sicurezza durante un evento di rilevanza internazionale, ma il ricorso a un accordo con i boss criminali mette in discussione la legittimità e la trasparenza delle decisioni prese.
Un campanello d’allarme globale
La scoperta di questo accordo non è solo un campanello d’allarme per le autorità brasiliane, ma rappresenta anche un tema di discussione a livello globale riguardo alla lotta alla criminalità organizzata. Questa situazione evidenzia la complessità di un problema che richiede un approccio multifattoriale e un impegno collettivo. Affrontare la criminalità e garantire la sicurezza pubblica sono sfide che non possono essere sottovalutate, specialmente in un contesto internazionale così delicato come quello del G20.