Bruxelles, 31 luglio 2025 – La start-up americana xAI, fondata da Elon Musk, ha annunciato tramite un post su X (ex Twitter) la propria adesione parziale al Codice di buone pratiche dell’UE riguardante i modelli di intelligenza artificiale per finalità generali (GpAI). La società ha chiarito di firmare esclusivamente il capitolo dedicato alla sicurezza e protezione dell’AI Act europeo, esprimendo invece critiche agli altri due capitoli relativi a trasparenza e copyright.
Adesione selettiva di xAI al Codice Ue sull’AI Act
Il Codice, uno strumento volontario elaborato da 13 esperti indipendenti, si articola in tre sezioni fondamentali: trasparenza, proprietà intellettuale e diritto d’autore, e sicurezza. xAI ha manifestato pieno sostegno al capitolo sulla sicurezza, ma ha definito le normative sul copyright “un’evidente esagerazione” e ha giudicato le disposizioni sulla trasparenza “potenzialmente dannose per l’innovazione”. La società di Musk ha quindi scelto una forma di compliance selettiva, sottoscrivendo solo la parte che considera allineata ai propri principi.
Il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, ha confermato che la firma parziale è possibile, essendo il Codice uno strumento volontario. Tuttavia, ha sottolineato che la conformità all’AI Act, entrato in vigore nel 2024 e obbligatorio per le imprese operanti in Europa, resta inderogabile. xAI dovrà dunque dimostrare “mezzi alternativi di conformità” per quanto riguarda i requisiti sulla trasparenza e sul copyright.
Il contesto delle Big Tech e le implicazioni normative
La scelta di xAI si inserisce in un quadro di posizioni divergenti tra i colossi tecnologici. Google ha confermato l’adesione completa al Codice, mentre Microsoft ha dichiarato che la firma è “molto probabile”. In contrapposizione, Meta ha annunciato il proprio rifiuto, motivando la decisione con la presenza di “misure sproporzionate” e “incertezze legali” nel documento.
L’adesione parziale di xAI rappresenta un precedente significativo nella regolamentazione europea dell’intelligenza artificiale, ponendo in evidenza la complessità di bilanciare la sicurezza algoritmica con la tutela dell’innovazione e la gestione dei diritti d’autore. Il Codice, pur essendo uno strumento di soft governance, assume un ruolo cruciale nel percorso di compliance anticipata previsto dall’AI Act, con l’obiettivo di assicurare un quadro normativo stabile e competitivo per le imprese tecnologiche nel mercato europeo.






