A volte te ne accorgi nel momento meno opportuno. Sei nel mezzo di una riunione online, la telecamera accesa, il capo che ti guarda e… lo schermo si blocca. Oppure stai guardando la puntata finale di una serie, quella che aspettavi da mesi, e la barra di caricamento decide di farti compagnia per dieci lunghi secondi. Non serve essere esperti per capire quando la rete di casa “molla la presa”. Eppure, negli ultimi anni, abbiamo riempito le nostre abitazioni di dispositivi che reclamano banda a tutte le ore: smart TV, console, telecamere, altoparlanti intelligenti, PC, tablet, persino frigoriferi connessi.
È proprio in questo contesto che arriva il Wi-Fi 7, nuovo standard di connessione wireless che non si limita a promettere “più velocità”, ma vuole stravolgere il modo in cui la rete domestica gestisce decine di connessioni contemporaneamente. Certificato ufficialmente dalla Wi-Fi Alliance a inizio 2024, poggia sulla base tecnica dello standard IEEE 802.11be e inizia già a comparire sugli scaffali sotto forma di router e sistemi mesh dal design aggressivo e dai prezzi non sempre popolari.
Un’architettura che non guarda solo ai numeri
Chi pensa che il Wi-Fi 7 sia semplicemente “un Wi-Fi 6 ma più veloce” sbaglia bersaglio. Certo, i dati sono impressionanti: modulazione 4096-QAM, canali larghi fino a 320 MHz e picchi teorici di 40 Gbps — roba che, detta così, sembra persino esagerata per un salotto. Ma la vera rivoluzione è meno appariscente: la Multi-Link Operation (MLO), che consente ai dispositivi di sfruttare contemporaneamente più bande di frequenza, scegliendo di volta in volta il percorso meno congestionato.
Immagina Milano, un condominio di cinque piani, sabato pomeriggio. In un appartamento i bambini giocano online con la PlayStation, al piano sopra un ragazzo guarda una partita in streaming 8K, al terzo una coppia è in videochiamata con i parenti in Australia. In un contesto simile, un router “vecchia scuola” va in affanno. Il Wi-Fi 7, invece, smista i dati come un vigile urbano instancabile, evitando che qualcuno resti bloccato al semaforo.
Non un’idea, ma un prodotto
Non è un annuncio per il futuro: il Wi-Fi 7 è già qui. Marchi come Netgear, TP-Link e ASUS hanno lanciato router e kit mesh pronti per il nuovo standard. Alcuni, come il Netgear Orbi 970 o il TP-Link Archer BE900, sono disponibili anche in Italia e puntano chiaramente al pubblico che non accetta compromessi in termini di rete. Ci sono anche modelli più compatti e portatili, pensati per chi lavora spesso fuori casa ma vuole prestazioni da rete fissa.
Il nodo, al momento, è la compatibilità: per godere appieno dei vantaggi, anche i dispositivi connessi devono essere Wi-Fi 7. E qui entriamo in una fase di transizione che, con ogni probabilità, si protrarrà per tutto il 2025. I primi smartphone e laptop compatibili stanno già uscendo, ma ci vorrà tempo perché diventino la norma.

Perché è diverso dal passato
Non si tratta solo di scaricare file in un lampo o guardare un video senza interruzioni. Il Wi-Fi 7 è stato pensato per sostenere applicazioni dove la latenza è il vero nemico: realtà virtuale, realtà aumentata, gaming competitivo. In questi ambiti, anche pochi millisecondi di ritardo possono rovinare l’esperienza. Il nuovo standard riduce i tempi di risposta e ottimizza la gestione delle risorse, rendendo più fluida la connessione anche sotto stress.
Un altro aspetto, spesso sottovalutato, è l’efficienza energetica. I dispositivi mobili collegati a una rete Wi-Fi 7 possono consumare meno batteria grazie a una gestione più intelligente del segnale. E, sul fronte sicurezza, i produttori stanno adottando cifrature sempre più robuste per proteggere dati e privacy, aspetto che diventa cruciale in un’epoca di cyber-minacce quotidiane.
Un investimento sul futuro
Chi oggi decide di passare al Wi-Fi 7 non lo fa solo per sfizio tecnologico, ma per costruire una base solida in vista delle esigenze di domani. Le case diventeranno sempre più piene di dispositivi connessi: sensori, elettrodomestici, sistemi di controllo energetico, intrattenimento immersivo. Tutti chiederanno banda, stabilità e risposta immediata.
Non è una scelta obbligata — almeno per ora — ma è chiaro che chi si muove in anticipo avrà un vantaggio. Come successe per il passaggio dall’ADSL alla fibra, c’è un momento in cui “fare il salto” non è più una questione di curiosità, ma di necessità. Con il Wi-Fi 7 quel momento si sta avvicinando molto più in fretta di quanto pensiamo.






