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Home Tecnologia

Whatsapp, allarme sulla “truffa di Flora”: ecco come difendersi dai raggiri

by Giacomo Camelia
1 Settembre 2025
Il logo di WhatsApp

Il logo di WhatsApp | Pixabay @M. H. - Alanews.it

Modena, 1 settembre 2025 – Negli ultimi mesi si è diffusa in Italia una nuova forma di truffa digitale, nota come “truffa di Flora” su WhatsApp, che ha destato preoccupazione tra gli utenti della popolare app di messaggistica. La vicenda coinvolge una chiamata da un numero anonimo con una interlocutrice che si presenta come Flora, la quale invita a spostare la conversazione su WhatsApp per presunti problemi di linea. Si tratta di una tecnica ingannevole che utilizza bot e messaggi fotografici per instaurare una finta empatia con la vittima, allo scopo di portarla a cadere in un raggiro.

Il meccanismo della truffa di Flora e le sue caratteristiche

La truffa prende avvio con una telefonata anonima in cui una voce femminile, probabilmente sintetica, introduce la conversazione. Flora, che in realtà è un bot, un software automatizzato, propone di continuare lo scambio su WhatsApp. Qui iniziano ad arrivare fotografie apparentemente personali, ma in realtà false, con l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia e confidenza con l’interlocutore. Successivamente, Flora chiede di spostare la conversazione su un secondo numero, promettendo ulteriori fotografie. Tuttavia, non appena la vittima risponde sul nuovo contatto, il bot si disconnette, interrompendo il dialogo e lasciando la vittima in sospeso.

Questa modalità richiama le cosiddette romance scam, ovvero truffe sentimentali che mirano all’estorsione di denaro o all’ottenimento di dati sensibili. Sebbene la truffa di Flora sembri al momento poco documentata su canali ufficiali come quelli della Polizia Postale o siti di cybersecurity, diversi segnali indicano che decine di persone potrebbero essere già state coinvolte in Italia. Tuttavia, al momento non sono stati riportati casi specifici o prove certe, e alcuni esperti ipotizzano che si tratti di una notizia non del tutto verificata o di un’allerta prematura.

Le truffe digitali più diffuse e i rischi associati

La “truffa di Flora” si inserisce in un panorama più ampio di frodi digitali che si moltiplicano con la diffusione delle tecnologie e delle app di messaggistica. Tra le truffe più comuni troviamo:

  • Truffa del falso curriculum: vittime indotte a investire in piattaforme finanziarie fasulle.
  • Frodi sulle criptovalute: raggiri che convincono le persone a versare somme per “liberare” criptovalute inesistenti.
  • Richieste di ricariche urgenti: spesso su WhatsApp, dove un truffatore si spaccia per un parente in difficoltà.
  • Svuotamento dei conti correnti: mediante inganni che fanno credere a un’emergenza bancaria.

Questi meccanismi sfruttano la paura e l’urgenza per indurre la vittima a cedere denaro o informazioni personali, con conseguenze gravi e spesso irreversibili.

Come difendersi dalla truffa di Flora e da altri raggiri online

Gli esperti di sicurezza informatica e le forze dell’ordine raccomandano alcuni comportamenti fondamentali per evitare di cadere vittima di queste truffe:

  1. Mantenere la calma e non farsi prendere dal panico: i truffatori spesso simulano emergenze per far agire impulsivamente.
  2. Verificare sempre le identità: in caso di chiamate da presunti funzionari di banca, carabinieri o altre autorità, chiedere nome e cognome e interrompere la comunicazione. Successivamente, ricontattare l’ente ufficiale tramite canali ufficiali, mai rispondere direttamente al numero da cui si è stati contattati.
  3. Non fornire mai dati sensibili: password, codici PIN, numeri di carte o documenti d’identità non devono essere comunicati a nessuno, nemmeno a interlocutori che sembrano conosciuti.
  4. Bloccare numeri sospetti: se si ricevono chiamate o messaggi ritenuti fraudolenti, bloccare il contatto. Chi è realmente affidabile troverà un altro modo per comunicare.
  5. Diffidare di link e messaggi urgenti: SMS o messaggi che invitano a cliccare link per “scongiurare emergenze” sono spesso trappole. È sempre meglio cestinare tali messaggi e verificare direttamente con l’ente coinvolto.

È importante sottolineare che banche, assicurazioni, Poste Italiane, fornitori di energia e forze dell’ordine non inviano mai SMS o messaggi tramite social e app di messaggistica per segnalare emergenze.

Tags: WhatsApp

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