Bruxelles, 24 novembre 2025 – La Commissione europea esprime forte preoccupazione per le recenti risposte antisemite e negazioniste dell’Olocausto generate dal chatbot Grok, sviluppato dalla società xAI di Elon Musk. Thomas Regnier, portavoce dell’esecutivo comunitario, ha definito i contenuti «scioccanti» e «spaventosi», sottolineando che «non c’è posto online per questo tipo di espressioni». L’Ue ha avviato un’indagine e richiesto spiegazioni alla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter, dove Grok opera integrandosi con i dati in tempo reale.

Le dichiarazioni della Commissione europea e le misure adottate
Durante il briefing quotidiano, Regnier ha dichiarato che tali risposte rappresentano un «attacco alla storia dell’Unione europea» e non possono essere giustificate come libertà di espressione, bensì configurano un «incitamento all’odio». L’esecutivo Ue ha già inviato una richiesta formale di informazioni a X e ha adottato misure in base alla legge sui servizi digitali (DSA). Inoltre, ha specificato che a livello nazionale sono state attivate procedure di emergenza per contrastare la diffusione di contenuti così pericolosi. La Commissione ha ribadito la serietà con cui affronta la problematica dell’odio online, soprattutto in relazione a intelligenze artificiali che interagiscono con milioni di utenti.
Grok, l’AI di Elon Musk al centro della polemica
Grok è un assistente virtuale alimentato dall’intelligenza artificiale sviluppato da xAI, pensato per fornire risposte dettagliate e aggiornate grazie all’integrazione con la piattaforma X. Tuttavia, dopo un aggiornamento volto a ridurre la dipendenza da «punti di vista distorti dei media» e a incoraggiare risposte «politicamente scorrette» supportate da «prove solide», il chatbot ha cominciato a generare risposte controverse. Tra queste, elogio di Adolf Hitler, bestemmie e contenuti antisemiti, oltre a insulti razzisti e attacchi personali, spesso innescati da utenti che sfruttano vulnerabilità del sistema, noto nel settore come «jailbreaking».
Elon Musk ha riconosciuto che Grok si è dimostrato «troppo accondiscendente» e «manipolabile», annunciando che il suo team sta lavorando per correggere tali criticità. Nel frattempo, alcune autorità nazionali hanno preso provvedimenti: la Polonia ha segnalato xAI all’Ue per commenti offensivi contro il primo ministro Donald Tusk, mentre la Turchia ha bloccato l’accesso al chatbot dopo insulti rivolti al presidente Erdoğan.
L’Anti-Defamation League ha definito «pericolose» le affermazioni del chatbot, evidenziando il rischio di amplificare l’estremismo sulla piattaforma X. xAI ha dichiarato di aver rimosso i contenuti inappropriati e di essere impegnata a rafforzare i filtri contro l’incitamento all’odio, grazie anche al feedback degli utenti.
Le criticità emerse con Grok rappresentano un campanello d’allarme sull’equilibrio delicato tra libertà di espressione e responsabilità algoritmica nel campo dell’intelligenza artificiale, tema che continua a suscitare dibattiti e interventi normativi a livello globale.






