In Italia, le truffe telefoniche si fanno sempre più sofisticate, con i criminali che ora si avvalgono di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale per imitare la voce di figli o altri familiari, ingannando anche gli interlocutori più attenti. Proprio per fronteggiare questa minaccia in crescita, molte famiglie adottano un metodo semplice ma efficace: il cosiddetto “codice di famiglia”, una parola o frase segreta condivisa solo tra i propri cari che consente di verificare l’autenticità della chiamata.
La nuova frontiera delle truffe telefoniche in Italia
L’impiego dell’intelligenza artificiale permette ai truffatori di clonare la voce di un parente con una precisione impressionante, partendo da pochi secondi di registrazione audio. Le chiamate sono spesso accompagnate da richieste di aiuto urgente, come nel caso di un nipote che afferma di aver subito un incidente e necessita di soldi immediatamente. Questa tecnica genera panico e induce alla fretta, facilitando la consegna di denaro contante o oggetti di valore.
A complicare ulteriormente il quadro vi è l’uso di numeri di telefono contraffatti, che appaiono come provenienti da commissariati o altre istituzioni, grazie a specifiche applicazioni. Nel 2025 si è poi diffusa la variante dello smishing: truffe via SMS in cui vengono inviati messaggi che simulano problemi con pagamenti o consegne, invitando a cliccare link che conducono a siti trappola per sottrarre dati bancari o effettuare bonifici fraudolenti.
Il “codice di famiglia”: uno scudo contro le truffe
Il “codice di famiglia”, già adottato con successo negli Stati Uniti, consiste nel concordare una parola segreta tra familiari stretti, da chiedere sempre in caso di chiamate sospette. Se chi chiama non la conosce o esita nella risposta, il tentativo di truffa diventa evidente. Tuttavia, come sottolinea il maggiore Andrea Miggiano, attuale comandante della compagnia carabinieri di Mestre, “il codice di famiglia può essere utile, ma non è una garanzia assoluta”. Molte vittime, infatti, forniscono involontariamente informazioni personali durante la conversazione, facilitando così i malintenzionati.

Il capitano Miggiano, con una solida esperienza maturata in territori complessi come Manfredonia e ora a Mestre, ha recentemente coordinato operazioni che hanno portato all’arresto di spacciatori e truffatori, dimostrando quanto sia importante mantenere alta l’attenzione e la collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini. Egli raccomanda di mantenere la calma, non fornire mai dati sensibili al telefono e rivolgersi tempestivamente alle autorità in caso di dubbi.
Consigli pratici per evitare di cadere in trappola
Le forze dell’ordine invitano a non cedere mai alla fretta dettata dalle chiamate urgenti e a diffidare sempre di richieste di denaro immediate. È cruciale informare soprattutto gli anziani sulle nuove tecniche di truffa e stabilire protocolli di sicurezza familiari condivisi, come l’uso del codice segreto. Inoltre, non bisogna mai cliccare su link sospetti ricevuti tramite SMS o messaggi di vario tipo e segnalare tempestivamente eventuali tentativi di truffa alle autorità competenti.
L’evoluzione tecnologica dei truffatori richiede una risposta altrettanto consapevole e coordinata, dove la prevenzione e l’informazione diventano gli strumenti più efficaci per proteggere se stessi e i propri cari.






