Dopo il flop del Registro delle opposizioni, l’Italia prepara una nuova offensiva contro le telefonate moleste del telemarketing. L’Autorità per le comunicazioni (Agcom) ha deciso di intervenire con misure concrete contro lo spoofing, ovvero la tecnica che maschera i numeri telefonici, facendoli apparire come appartenenti a istituzioni affidabili – come banche o forze dell’ordine – quando in realtà provengono da server sconosciuti, spesso localizzati fuori dai confini nazionali.
Dal 19 agosto scatta il primo blocco
A partire dal 19 agosto, scatterà il divieto per le chiamate in arrivo dall’estero che si presentano con numeri italiani falsificati. Le telefonate internazionali, per essere inoltrate, dovranno mostrare il prefisso corretto del Paese di origine (+33 per la Francia, +44 per il Regno Unito, +001 per gli Stati Uniti, ecc.). Se invece arriveranno da un server estero, ma con un numero italiano (+39), verranno automaticamente bloccate.
Dal 19 novembre stretta anche sui numeri mobili
Il secondo step è fissato per il 19 novembre e riguarda i numeri di cellulare italiani. Una misura più complessa, che richiede verifiche incrociate da parte degli operatori: quando una chiamata arriva dall’estero con un numero mobile italiano, l’operatore dovrà controllare se quel numero è reale e, tramite roaming, se si trova effettivamente fuori dal Paese. In caso contrario, la chiamata sarà respinta.
Il piano di Agcom sul telemarketing aggressivo
Il progetto è in cantiere dallo scorso marzo, dopo un confronto tra Agcom, compagnie telefoniche, associazioni dei consumatori e call center. Il tutto nell’ambito della revisione del Codice delle comunicazioni elettroniche. Le due date fissate sono state scelte per dare il tempo agli operatori di dotarsi degli strumenti tecnici necessari.
Consumatori poco convinti
Le nuove misure, però, non convincono le associazioni dei consumatori. L’Unione nazionale consumatori (Unc) le definisce un “palliativo” facilmente aggirabile, soprattutto a causa delle normative differenti tra Paesi europei. “Ogni mese senza protezioni efficaci – denuncia l’Unc – si traduce in milioni di euro guadagnati dai call center e dalle utility telefoniche”.
Il Codacons parla di un “buon inizio”, ma avverte: “Il rischio è che queste novità non bastino a fermare del tutto le chiamate indesiderate”. Nonostante i 32 milioni di italiani iscritti al Registro delle opposizioni e i codici di condotta introdotti negli ultimi anni, le telefonate commerciali continuano a invadere i telefoni degli utenti.






