Milano, 12 novembre 2025 – Doveva entrare in vigore alla mezzanotte del 12 novembre la nuova regola sulla verifica dell’età per accedere ai siti porno in Italia. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), con la delibera 96/25/CONS, aveva dato attuazione all’articolo 13-bis del cosiddetto “decreto Caivano”, imponendo ai portali hard sistemi di controllo reali per impedire l’accesso ai minori. Ma, di fatto, nulla è cambiato: i grandi colossi dell’intrattenimento per adulti continuano a permettere l’ingresso con un semplice clic sul classico pulsante “Ho più di 18 anni”.
I siti porno restano aperti: la situazione
Nelle prime ore del 12 novembre alcuni siti – tra cui Pornhub, Redtube e Youporn – hanno temporaneamente bloccato l’accesso agli utenti italiani, mostrando messaggi in francese già visti la scorsa estate in occasione del provvedimento analogo entrato in vigore in Francia. Poi, però, tutto è tornato come prima: l’autocertificazione resta il solo filtro per accedere ai contenuti per adulti.

StockSnap – Alanews.it
Il messaggio comparso in mattinata recitava “La libertà è sul tasto off, per ora”, accompagnato dall’immagine della celebre “Libertà che guida il popolo” di Delacroix. Le piattaforme hanno accusato le autorità di “assenza di visione d’insieme” e di aver creato un sistema legislativo “malfunzionante”. Una critica che richiama le stesse perplessità già espresse in Francia, dove il gruppo Aylo – proprietario di Pornhub, Redtube e Youporn – aveva denunciato l’eccessiva rigidità e la scarsa chiarezza delle norme sulla verifica dell’età.
Le sanzioni previste e l’attesa per le mosse dell’Agcom
Secondo la delibera Agcom, i siti che non si adegueranno rischiano diffide, sanzioni fino a 250 mila euro e, nei casi più gravi, il blocco totale sul territorio nazionale. L’elenco dei 48 portali interessati è stato pubblicato lo scorso 31 ottobre, ma a oggi nessun controllo effettivo risulta operativo.
Dal canto suo, Pornhub sostiene che la misura “non protegge i minori ma mette a rischio la privacy degli adulti, spingendo il traffico verso piattaforme non regolamentate e più pericolose”. Una posizione che riaccende il dibattito tra tutela dei minori e libertà digitale: due principi difficili da conciliare in un web che, ancora una volta, si muove più veloce delle leggi.





