OpenAI sarebbe in trattative avanzate con Amazon per un investimento che potrebbe superare i 10 miliardi di dollari, segnando un possibile nuovo capitolo negli equilibri dell’industria globale dell’intelligenza artificiale. La notizia, confermata da CNBC, arriva in una fase di profonda trasformazione per la società guidata da Sam Altman, che dopo la recente ristrutturazione ha acquisito maggiore autonomia nella raccolta di capitali e nelle partnership strategiche.
Trattative in corso tra OpenAI e Amazon
Secondo fonti a conoscenza del dossier, i colloqui tra OpenAI e Amazon sono ancora in corso e i dettagli dell’operazione restano fluidi. L’ammontare dell’investimento non sarebbe ancora stato fissato in via definitiva, ma potrebbe superare i 10 miliardi di dollari. L’accordo non si limiterebbe a un apporto finanziario: al centro delle discussioni ci sarebbe anche l’utilizzo dei chip per l’intelligenza artificiale sviluppati da Amazon, un elemento sempre più cruciale nella competizione tra i big del settore.
La notizia è stata riportata inizialmente da The Information e successivamente confermata, pur con la cautela dovuta alla riservatezza dei negoziati, da una persona informata sui fatti.
La svolta dopo la ristrutturazione di OpenAI
Le trattative con Amazon arrivano a poche settimane dalla riorganizzazione societaria completata da OpenAI nel mese di ottobre. In quell’occasione, l’azienda ha chiarito anche i nuovi termini della partnership con Microsoft, che rimane il principale finanziatore storico ma non detiene più un diritto di prelazione esclusivo come fornitore di capacità computazionale.
Questo cambiamento ha aperto a OpenAI la possibilità di collaborare con altri attori dell’ecosistema tecnologico e di sviluppare alcuni prodotti insieme a partner terzi. Una maggiore flessibilità che sembra ora tradursi in un’intensa attività di negoziazione con più colossi del cloud e dei semiconduttori.
Il ruolo di Microsoft e il nuovo equilibrio competitivo
Microsoft ha investito oltre 13 miliardi di dollari in OpenAI dal 2019, contribuendo in modo decisivo alla crescita e alla diffusione delle sue tecnologie. Tuttavia, con il nuovo assetto definito a ottobre, il gruppo di Redmond non è più l’unico interlocutore privilegiato sul fronte dell’infrastruttura.
Questa evoluzione riflette una tendenza più ampia nel settore: le grandi aziende tecnologiche stanno diversificando le proprie alleanze per ridurre i rischi e garantirsi accesso a risorse computazionali sempre più scarse e costose. In questo contesto, l’ingresso potenziale di Amazon come investitore diretto in OpenAI rappresenterebbe un riequilibrio significativo dei rapporti di forza.
Amazon, Anthropic e la corsa all’IA generativa
Amazon non è nuova agli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. Il gruppo ha già impegnato almeno 8 miliardi di dollari in Anthropic, una delle principali rivali di OpenAI. Un’eventuale operazione con OpenAI amplierebbe ulteriormente l’esposizione di Amazon in un mercato in forte espansione.
La strategia appare simile a quella adottata da Microsoft, che lo scorso mese ha annunciato un investimento fino a 5 miliardi di dollari proprio in Anthropic. Anche Nvidia si è mossa nella stessa direzione, impegnandosi a investire fino a 10 miliardi di dollari nella startup. Il risultato è un intreccio sempre più fitto di partecipazioni incrociate tra big tech e sviluppatori di modelli avanzati.
I chip AWS e la centralità dell’hardware
Uno degli aspetti più rilevanti delle discussioni tra OpenAI e Amazon riguarda l’utilizzo dei chip per l’intelligenza artificiale progettati internamente da Amazon Web Services. AWS lavora allo sviluppo di hardware dedicato all’IA da circa un decennio e ha annunciato i primi chip Inferentia nel 2018, seguiti dalle più recenti versioni dei Trainium, presentate proprio questo mese.
Per le aziende che sviluppano modelli di grandi dimensioni, la disponibilità di chip specializzati è diventata un fattore critico. L’addestramento e l’esecuzione di sistemi di intelligenza artificiale avanzata richiedono enormi quantità di potenza di calcolo, e la capacità di assicurarsi forniture stabili rappresenta un vantaggio competitivo determinante.
Gli impegni infrastrutturali di OpenAI
Negli ultimi mesi OpenAI ha assunto impegni infrastrutturali per oltre 1.400 miliardi di dollari, stipulando accordi con alcuni dei principali produttori di semiconduttori al mondo, tra cui Nvidia, Advanced Micro Devices e Broadcom. Questa strategia punta a sostenere la crescita della domanda di calcolo e a garantire la scalabilità dei modelli futuri.
A novembre, OpenAI ha inoltre firmato un accordo da 38 miliardi di dollari per l’acquisto di capacità cloud da AWS, segnando il primo contratto diretto con il leader globale delle infrastrutture cloud. Un’intesa che, letta alla luce delle trattative in corso, potrebbe rappresentare solo il primo passo di una collaborazione molto più ampia.
La valutazione record e il mercato secondario
Il rafforzamento delle alleanze industriali avviene in parallelo a una crescita vertiginosa della valutazione di OpenAI. In ottobre, la società ha completato una vendita secondaria di azioni da 6,6 miliardi di dollari, consentendo a dipendenti ed ex dipendenti di cedere quote a una valutazione complessiva di circa 500 miliardi di dollari.
Numeri che confermano come OpenAI sia diventata uno degli asset più ambiti nel panorama tecnologico globale. Se l’accordo con Amazon dovesse concretizzarsi, non solo ridefinirebbe gli equilibri tra i colossi del cloud, ma rafforzerebbe ulteriormente la posizione di OpenAI come perno centrale della nuova economia dell’intelligenza artificiale.






