Washington D.C., 20 ottobre 2025 – Durante l’AUSA 2025, la principale esposizione statunitense nel settore della difesa, Lockheed Martin ha presentato il prototipo di un missile da crociera ipersonico antinave che promette di ridefinire la capacità di attacco navale a lungo raggio degli Stati Uniti.
Il nuovo missile ipersonico antinave: caratteristiche e innovazioni
Il missile, facente parte del programma Precision Strike Missile (PrSM), è progettato con un motore ramjet a doppia modalità, una tecnologia air-breathing che consente di raggiungere velocità prossime a Mach 6 senza la necessità di un booster tradizionale per il lancio. Questa innovazione non solo riduce il peso e le dimensioni del vettore, ma aumenta significativamente la flessibilità operativa, consentendo traiettorie di volo non lineari e lanci con offset elevati.
Lockheed Martin ha annunciato che i primi test di volo sono programmati per il 2026, con una campagna di sperimentazione che si estenderà fino al 2027. Attualmente, la produzione annuale di missili PrSM è di circa 120 unità, ma l’azienda punta a quadruplicarla entro il 2030, arrivando a 400 esemplari all’anno. La linea produttiva sarà inoltre pronta ad assemblare la variante Increment 4, che utilizzerà componenti comuni con gli incrementi precedenti per ottimizzare costi e tempi.
Il missile è concepito principalmente per il lancio da terra tramite sistemi M-142 HIMARS, ma Lockheed Martin sta valutando la possibilità di adattarlo per il lancio da piattaforme navali dotate di Vertical Launch System (VLS) tipo Mark 41, presenti sui cacciatorpediniere classe Arleigh Burke e su diverse navi alleate. Questa versatilità operativa risponde alla crescente esigenza di dispiegare capacità di attacco a lungo raggio sia su terra che in mare.

Capacità di ingaggio e rilevamento avanzate
L’autonomia stimata del missile è di circa 800 chilometri, con un sistema di guida avanzato dotato di un seeker terminale capace di inseguire bersagli mobili, una caratteristica fondamentale per le moderne operazioni antinave che devono affrontare navi in movimento e sistemi di difesa dinamici. La fase Increment 4 prevede il riutilizzo del seeker sviluppato nell’Increment 2, garantendo uniformità tecnica e contenimento dei costi.
Scott Prochniak, responsabile di Lockheed Martin Missiles & Fire Control, ha sottolineato in un’intervista esclusiva a Naval News che il missile potrà operare con traiettorie flessibili e sarà in grado di colpire obiettivi senza la necessità di volare in linea retta, aumentando così la sua capacità di eludere le difese nemiche.
Un asset strategico per il Pacifico Occidentale
L’introduzione di questo missile ipersonico antinave si inserisce nel quadro della competizione strategica nel Pacifico Occidentale, dove gli Stati Uniti puntano a contrastare la crescente presenza e le operazioni della PLAN (People’s Liberation Army Navy), in particolare nelle aree critiche del Mar Cinese Meridionale, Mar delle Filippine e Mar Cinese Orientale. La capacità di proiettare potenza con vettori ipersonici a lunga gittata è considerata cruciale per mantenere la superiorità di fuoco e garantire la libertà di navigazione in un teatro caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche.
Tra le prospettive future, si ipotizza che lo sviluppo si estenderà alla capacità di lancio da sottomarini, asset fondamentali nelle operazioni anti-access/area denial (A2/AD), oltre ai velivoli stealth dotati di armamenti stand-off. Va ricordato, inoltre, che la U.S. Navy ha recentemente cancellato il progetto Offensive Anti-Surface Warfare Increment 2 (OASuW Inc 2), noto come HALO, a causa dei crescenti costi, mentre l’U.S. Air Force continua a sviluppare il meno ambizioso Hypersonic Attack Cruise Missile (HACM).






