Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale (IA), la comprensione della coscienza umana si fa sempre più urgente per evitare conseguenze etiche e sociali gravi. Un gruppo internazionale di neuroscienziati, coordinato dalla Libera Università di Bruxelles (Université libre de Bruxelles), ha lanciato l’allarme sulla rivista Frontiers in Science, sottolineando la priorità scientifica ed etica di indagare l’origine e la natura della coscienza.
La sfida della coscienza nell’era dell’IA
Secondo Axel Cleeremans, psicologo cognitivo e autore principale dello studio, “la scienza della coscienza non è più una ricerca puramente filosofica, ma ha implicazioni concrete per la società e per comprendere cosa significhi essere umani”. La ricerca punta a sviluppare test per rilevare la coscienza, elemento cruciale in un contesto in cui l’IA e le neurotecnologie emergenti stanno rapidamente evolvendo. La capacità di creare intelligenze artificiali coscienti, anche accidentalmente, aprirebbe infatti sfide etiche e rischi esistenziali senza precedenti.
Un caso emblematico discusso da Cleeremans riguarda un uomo francese che ha vissuto gran parte della sua vita con solo il 10% del cervello funzionante, mantenendo una forma di coscienza grazie alla plasticità cerebrale. Questo fenomeno indica come la coscienza sia un processo dinamico e adattativo, non semplicemente legato a strutture anatomiche fisse.
Creatività, IA e nuove sfide etiche e cognitive
Parallelamente all’indagine sulla coscienza, un recente studio internazionale guidato dall’Università di Bologna ha evidenziato le sfide che l’IA generativa pone alla creatività umana. Nel lavoro pubblicato sul Journal of Intelligence, il team ha elaborato un vero e proprio decalogo di sfide per la cosiddetta “cyber-creativity”, che tocca aspetti scientifici, educativi, etici e culturali.
Il professor Giovanni Emanuele Corazza, fondatore del Marconi Institute for Creativity, sottolinea come sia necessario ripensare la definizione stessa di creatività in un mondo in cui la collaborazione tra uomo e macchina diventa centrale. Tra le questioni cruciali ci sono il riconoscimento dell’autorialità, la preservazione della diversità culturale e la lotta contro gli usi malevoli dell’IA, come la diffusione di deepfake e disinformazione.
Gli esperti avvertono che, sebbene l’IA possa potenziare l’ingegno umano e ampliare gli orizzonti creativi, esiste anche il rischio di standardizzazione culturale e perdita di autenticità. La ricerca invita dunque a un approccio responsabile che valorizzi l’integrazione tra intelligenza umana e artificiale, in una prospettiva interdisciplinare.
Questi studi rappresentano un importante passo verso una migliore comprensione della coscienza e della creatività nell’era digitale, temi che coinvolgono neuroscienze, etica, tecnologia e società.






