La recente introduzione sulla piattaforma X della funzione “Info sull’account” ha scatenato un acceso dibattito, generando un vero e proprio caos digitale a causa della geolocalizzazione degli account. L’innovazione, che avrebbe dovuto garantire maggiore trasparenza mostrando il paese di origine e la localizzazione attuale degli utenti, si è rivelata invece fonte di numerose imprecisioni e controversie.
X: la nuova funzione “Info sull’account” e le criticità emerse a causa della geolocalizzazione
L’implementazione della funzione su X, lanciata recentemente anche in Italia, mira a fornire agli utenti dettagli sulla geolocalizzazione degli account, mostrando il paese di creazione e quello in cui l’utente risiede attualmente. Tuttavia, fin dalle prime ore si sono registrate numerose segnalazioni di dati errati o incoerenti, soprattutto nei profili più vecchi o appartenenti a personalità pubbliche. Questi errori hanno spinto la piattaforma a rimuovere temporaneamente alcune informazioni per evitare ulteriori disinformazioni.
Le cause principali delle imprecisioni risiedono nell’uso di VPN, connessioni da sedi internazionali o nel riciclo di vecchi indirizzi IP, che alterano la reale localizzazione geografica degli account. Figure di spicco come il divulgatore Hank Green sono risultati geolocalizzati in paesi del tutto estranei alle loro attività, mentre testate giornalistiche con sedi distribuite globalmente hanno visto assegnazioni casuali e discordanti rispetto alle loro redazioni operative.
Impatto sociale e polemiche sulla trasparenza digitale
Il malfunzionamento della localizzazione ha innescato una dinamica di sfiducia e sospetti tra gli utenti, che hanno spesso utilizzato le informazioni imprecise per accusare altri di interferenze straniere o manipolazioni politiche. Il responsabile prodotto di X, Nikita Bier, ha riconosciuto pubblicamente le difficoltà tecniche e ha promesso un intervento correttivo nel breve termine, ma il danno reputazionale è ormai evidente.
Nonostante le criticità, il tema della provenienza degli account resta centrale in un contesto in cui numerose indagini hanno dimostrato come gruppi esterni abbiano tentato di influenzare il dibattito politico internazionale, in particolare negli Stati Uniti. Una funzione di geolocalizzazione, se basata su dati affidabili, potrebbe rappresentare un valido strumento per contrastare queste interferenze.
Le nuove sfide per le app social e la privacy digitale
Parallelamente alle problematiche di X, la recente modifica di Apple nel sistema di sincronizzazione dei contatti con iOS 18 ha introdotto un ulteriore elemento di complessità per le app social emergenti. Ora gli utenti possono selezionare singolarmente quali contatti condividere, limitando drasticamente il numero di profili accessibili alle nuove piattaforme. Secondo Nikita Bier, tra i fondatori di start-up tecnologiche, questa modifica potrebbe decretare la “morte in partenza” di molte nuove app social, penalizzando la loro crescita e favorendo invece i colossi già affermati come Facebook e WhatsApp.
Questa scelta di Apple, motivata dalla tutela della privacy, ha suscitato critiche per possibili effetti anticoncorrenziali, poiché non si applica ai suoi stessi servizi come iMessage. Il cambiamento sposta il mercato verso applicazioni basate più sui contenuti preferiti dagli utenti che sulle connessioni personali, aprendo la strada a modelli nuovi come le app di intelligenza artificiale.
Nel complesso, la gestione della trasparenza, della geolocalizzazione e della privacy nei social network si conferma un terreno delicato e in evoluzione, in cui ogni innovazione può avere conseguenze imprevedibili e amplificare dinamiche di sospetto e conflitto digitale.

