San Jose, 5 dicembre 2025 – Jensen Huang, cofondatore e CEO di NVIDIA, ha recentemente rivelato nel podcast Joe Rogan Experience un aneddoto inedito sulla genesi del primo supercomputer dedicato all’intelligenza artificiale, il DGX-1. La macchina, frutto di un investimento multimiliardario, fu inizialmente accolta con diffidenza dal mercato, in un’epoca in cui la CPU dominava ancora l’elaborazione ad alte prestazioni e l’IA non aveva ancora raggiunto il suo boom. Huang ha ricordato: “Quando annunciai il DGX-1, non avevo nemmeno un ordine. Nessuno voleva comprarlo”.
Elon Musk e il ruolo decisivo nel primo supercomputer IA
L’unico a credere nel progetto fu Elon Musk, allora coinvolto nella neonata OpenAI, organizzazione non profit nata per promuovere uno sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale. Musk contattò Huang offrendo un’opportunità concreta di utilizzo del DGX-1 e ricevette personalmente la consegna della macchina nel 2016 a San Francisco.

Questa partnership rappresentò non solo il primo cliente per NVIDIA nel campo IA, ma anche una convalida cruciale per la piattaforma DGX, aprendo la strada all’adozione industriale delle tecnologie AI.
NVIDIA oggi e la visione di Huang sulla competizione globale
Dal lancio del DGX-1, NVIDIA è diventata un colosso dell’hardware AI, con una domanda globale di supercomputer senza precedenti. La società si prepara ora al rilascio della nuova generazione di sistemi Vera Rubin nel 2026, in un momento di investimenti massicci in infrastrutture AI da parte di aziende e data center. Huang, la cui ricchezza personale è stimata intorno ai 150 miliardi di dollari secondo Forbes (luglio 2025), è una figura chiave nell’innovazione tecnologica, riconosciuta anche dall’Accademia Nazionale di Ingegneria per i suoi contributi nel campo delle unità di elaborazione grafica ad alte prestazioni.
Parallelamente, Huang ha espresso una visione strategica sulla competizione mondiale nell’AI, sottolineando i vantaggi della Cina nel settore, grazie a un mix di energia a basso costo, un ambiente normativo flessibile e una forte mentalità proattiva nel campo dell’innovazione. Questi fattori, uniti a politiche governative aggressive come l’esclusione di chip stranieri nei data center pubblici, spingono Pechino a sviluppare soluzioni locali per contrastare le limitazioni imposte dagli Stati Uniti.
Il confronto tra Huang e Musk sul lavoro e l’AI
Jensen Huang, tuttavia, ha espresso un punto di vista diversificato da quello di Musk: nonostante l’impatto dell’AI, le persone saranno probabilmente più impegnate, non meno, perché l’aumento della produttività permetterà di realizzare più progetti e idee. Huang ritiene che l’intelligenza artificiale semplificherà molte attività, ma allo stesso tempo aprirà nuove opportunità e sfide che richiederanno attenzione e impegno continui.
Il dialogo tra i due leader dell’innovazione riflette le molteplici sfaccettature della rivoluzione AI in corso, tra ottimismo tecnologico e complessità socioeconomiche.





