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Home Tecnologia

Intelligenza artificiale: GPT-4.5 ha superato il test di Turing: ecco cosa significa

by Redazione
4 Aprile 2025
GPT-4.5 ha superato il test di Turing

GPT-4.5 ha superato il test di Turing | Pixabay @imaginima - alanews

Un nuovo studio dell’Università di San Diego ha evidenziato che GPT-4.5 risulta “più umano degli umani” nel 73% dei casi.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha catturato l’attenzione del pubblico e degli esperti, sollevando questioni esistenziali su cosa significhi realmente “intelligenza“. Il recente studio condotto dall’Università di San Diego ha portato alla luce un risultato sorprendente: GPT-4.5, un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI, ha superato il test di Turing con una percentuale di successo del 73%. Questo risultato non solo segna un traguardo significativo nel campo dell’IA, ma ci costringe a riflettere sulle implicazioni di tali progressi nel nostro quotidiano.

Cos’è il test di Turing?

Il test di Turing, ideato nel 1950 dal pioniere dell’informatica Alan Turing, è un metodo per valutare la capacità di una macchina di comportarsi come un essere umano durante una conversazione. In questo esperimento, un “interrogatore” interagisce con due interlocutori, uno umano e uno artificiale, senza sapere quale sia quale. Se l’interrogatore non riesce a distinguere tra i due, la macchina può essere considerata “intelligente”. Questo approccio, sebbene non misuri l’intelligenza in senso stretto, esplora la capacità delle macchine di emulare il comportamento umano. Con l’emergere dei modelli di linguaggio, molti hanno cominciato a chiedersi se i chatbot fossero già in grado di superare questo test. La recente ufficializzazione di questa percezione è un segno dei tempi che cambiano e delle aspettative crescenti nei confronti dell’intelligenza artificiale.

La metodologia dello studio

Lo studio dell’Università di San Diego ha messo a confronto diversi sistemi conversazionali: ELIZA, un vecchio chatbot degli anni ’60, GPT-4o e LLaMa-3.1-405B di Meta, oltre al più recente GPT-4.5. I partecipanti, selezionati tra studenti universitari e tramite la piattaforma Prolific, hanno interagito con i vari sistemi in conversazioni di cinque minuti. L’originalità del test si è manifestata attraverso l’uso di due tipologie di prompt: uno standard e uno che invitava i sistemi a impersonare una personalità specifica.

I risultati sono stati sorprendenti: GPT-4.5, quando dotato di una “persona”, ha raggiunto un tasso impressionante di riconoscimento umano del 73%. LLaMa-3.1 ha ottenuto un 56%, mentre i modelli meno avanzati come GPT-4o e ELIZA hanno mostrato performance ben inferiori. Questo dimostra come la capacità di personalizzazione possa influenzare la percezione umana nei confronti delle macchine.

L’analisi dei risultati

I dati raccolti dallo studio offrono spunti di riflessione sulle capacità di GPT-4.5. Quando il sistema era programmato per assumere una personalità, il suo successo nel risultare “umano” è aumentato drasticamente. Questo porta a interrogarsi su cosa significhi effettivamente “essere umano” in un contesto di intelligenza artificiale. La distinzione tra l’AI debole, che si limita a imitare l’intelligenza umana, e l’AI forte, che potrebbe possedere un’intelligenza autonoma, diventa sempre più sfumata.

Il professor John Smith, esperto di intelligenza artificiale all’Università di Stanford, ha commentato: “Questo studio rappresenta un passo significativo verso la comprensione delle capacità cognitive delle macchine. Non stiamo solo parlando di algoritmi; stiamo esplorando ciò che significa comunicare e interagire in modo umano“. Le implicazioni sociali ed economiche di tali sviluppi sono immense, aprendo la strada a una nuova era di interazione uomo-macchina.

L’impatto sociale e le prospettive future

La possibilità che le macchine possano emulare comportamenti umani solleva interrogativi etici e pratici. Quale sarà il futuro dei lavori che dipendono dalla comunicazione? Come possiamo garantire che l’uso dell’IA avvenga in modo responsabile e sicuro? Questi interrogativi sono al centro di dibattiti accesi in tutto il mondo, dove esperti di tecnologia, psicologia e filosofia si confrontano quotidianamente.

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