Un recente studio pubblicato sulla rivista Pnas dell’Accademia americana delle scienze ha evidenziato come l’intelligenza artificiale (IA) possa manipolare in modo sofisticato i sondaggi online di opinione pubblica, senza lasciare tracce identificabili. La ricerca, condotta dal Dartmouth College negli Stati Uniti, illumina un nuovo fronte di sfida per la credibilità della raccolta dati in molteplici ambiti della ricerca scientifica e sociale.
L’IA e la manipolazione invisibile dei sondaggi online
Lo studio, guidato da Sean Westwood, direttore del Polarization Research Lab, ha messo a punto un sistema di risposta automatica basato su modelli linguistici di grandi dimensioni. Questo “rispondente sintetico autonomo”, creato con un semplice testo di istruzioni, è stato sottoposto a oltre 43.000 test, superando il 99,8% dei controlli progettati per individuare risposte automatizzate. Significativamente, non ha commesso errori nei rompicapi logici e ha saputo mimare perfettamente il comportamento umano, adattandosi anche a dati demografici simulati, come il livello di istruzione.
Quando programmato per influenzare preferenze politiche, lo strumento ha alterato drasticamente i risultati, facendo oscillare i tassi di approvazione presidenziale dal 34% al 98% o allo 0%, e il sostegno elettorale repubblicano dal 38% al 97% o all’1%. Questi dati sottolineano il potenziale pericoloso delle IA di contaminare l’informazione pubblica, con impatti che travalicano la politica elettorale.
Implicazioni per la ricerca scientifica e la sicurezza informatica
I sondaggi costituiscono una base cruciale per studi in psicologia, economia e salute pubblica, orientando politiche e interventi. Come sottolinea Westwood, la contaminazione dei dati da parte di bot intelligenti rischia di avvelenare l’intero ecosistema della conoscenza.
Parallelamente, il fenomeno si inserisce in un contesto più ampio di sfide legate alla anti-forensics, un insieme di tecniche avanzate che ostacolano le indagini digitali cancellando tracce e rendendo quasi impossibile l’identificazione degli autori di reati informatici. Tecniche come la crittografia avanzata, la manipolazione temporale e l’esecuzione di codice in memoria volatile sono ormai strumenti diffusi tra i criminali informatici, ampliando la complessità di contrasto da parte degli esperti di sicurezza digitale.
La crescente sofisticazione di questi strumenti, evidenziata anche nella recente 13ª Cyber Crime Conference, mostra come la guerra digitale si combatta oggi anche sul piano della manipolazione invisibile dei dati, con implicazioni profonde per la fiducia nelle fonti di informazione e per la sicurezza a livello globale.






