Roma, 29 novembre 2025 – Una nuova tendenza digitale, definita “IA Nostalgia”, sta emergendo nel panorama di Internet, portando alla ribalta periodi storici come gli anni ’80 e ’90 attraverso contenuti creati interamente con l’intelligenza artificiale generativa. Siti e canali social come Maximal Nostalgia, Purest Nostalgia e utopic.dreamer utilizzano piattaforme innovative come Sora di OpenAI, Veo di Google e Midjourney per realizzare video e immagini che rievocano un’epoca pre-digitale, offrendo alle nuove generazioni una visione idealizzata di un tempo in cui la tecnologia non dominava ancora la vita quotidiana.
L’IA come custode del passato
L’analista Sean Monahan, intervistato dal sito The Straits Times, sottolinea come questa tecnologia “guardi al passato”, basandosi su enormi modelli linguistici composti da dati storici. La qualità delle immagini generate è talmente realistica da poter “sfumare il confine” tra realtà e finzione, come evidenziato dalla professoressa di psicologia Anna Behler della North Carolina State University.
Tuttavia, questa rievocazione digitale presenta anche un lato critico: le cosiddette “allucinazioni” dell’IA, ovvero errori nella rappresentazione storica che possono portare a una distorsione dei fatti. Ad esempio, nei video che rievocano gli anni ’80 non compaiono temi sociali rilevanti dell’epoca, come l’epidemia di AIDS o la crisi legata alla dipendenza da crack, mentre alcuni dettagli, come piste ciclabili in città in momenti storicamente sbagliati, sono palesemente anacronistici.
La nostalgia digitale e il rischio di idealizzazione
Questa forma di nostalgia digitale rischia di alimentare una visione parziale e idealizzata del passato, dove vengono dimenticate le difficoltà e le tensioni sociali di quegli anni. “Le persone spesso guardano agli anni ’50 o ’60 con occhiali rosa, tralasciando le realtà tumultuose di quei tempi. Ora, la stessa tendenza si sta manifestando con gli anni ’80”, afferma Behler.
L’uso dell’IA per ricreare epoche passate si pone dunque come un fenomeno ambivalente: da un lato offre un affascinante viaggio nel tempo per le nuove generazioni, dall’altro pone interrogativi sulla fedeltà storica e sul potenziale impatto sulla percezione collettiva del passato. In un’epoca dove la tecnologia avanza rapidamente, questa “nostalgia artificiale” crea un curioso paradosso, facendo rivivere i tempi in cui la tecnologia stessa non esisteva ancora.






