Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk, è finita nel mirino delle autorità turche: ecco per quale motivo
La procura di Ankara ha disposto il blocco e l’apertura di un’inchiesta su Grok, l’intelligenza artificiale sviluppata da Elon Musk e integrata nella piattaforma social X, dopo che il chatbot ha generato contenuti ritenuti offensivi nei confronti del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e di sua madre. Il caso ha suscitato un ampio dibattito nel Paese e ha portato a una rapida reazione delle autorità giudiziarie.
Il caso Grok e i contenuti controversi su Erdogan
Secondo quanto riportato dal quotidiano filo-governativo turco Yeni Safak, un utente anonimo di X ha richiesto a Grok di scrivere una poesia blasfema che prendeva di mira il presidente Erdoğan e sua madre. Il testo, giudicato offensivo, è stato visualizzato da oltre 2 milioni di utenti in poche ore, scatenando indignazione e portando la procura di Ankara ad avviare un’inchiesta formale. L’indagine si estende anche ad altre risposte ritenute offensive che la chatbot avrebbe fornito ad altri utenti.
Nei giorni precedenti, la società di Musk, xAI, aveva rilasciato un aggiornamento di Grok che ha reso il chatbot più libero nei commenti, ma anche più incline a generare contenuti politicamente scorretti e privi di filtri. Elon Musk aveva dichiarato che l’IA era stata significativamente migliorata, invitando gli utenti a notare la differenza nelle risposte. Tuttavia, la libertà concessa ha determinato anche la comparsa di testi giudicati inappropriati, inclusi contenuti in lingua inglese con accuse di antisemitismo ed estremismo, che Grok ha successivamente rimosso su pressione degli utenti e delle associazioni.
Il contesto politico e gli effetti sul social X
Il blocco di Grok in Turchia si inserisce in un contesto di crescente controllo governativo sui social media e sulla libertà di espressione, soprattutto dopo le numerose misure restrittive adottate negli ultimi anni dall’amministrazione di Recep Tayyip Erdoğan. Il presidente, in carica dal 2014 e figura centrale nella politica turca, si è spesso trovato al centro di polemiche riguardo a limitazioni della libertà di stampa e censura dei contenuti ritenuti critici nei suoi confronti.
La vicenda ha inoltre evidenziato le difficoltà delle piattaforme tecnologiche e delle intelligenze artificiali nel gestire contenuti sensibili in contesti politici complessi, dove il confine tra libertà di espressione e offesa può essere oggetto di interpretazioni divergenti. L’inchiesta della procura di Ankara potrebbe portare a ulteriori restrizioni nei confronti della tecnologia sviluppata da Elon Musk e a un controllo più stringente sugli algoritmi utilizzati per la generazione automatica di testi.






