MILANO, 05 GIU – Demis Hassabis, capo di DeepMind, afferma che l’obiettivo è creare una posta elettronica evoluta capace di comprendere e rispondere in modo personalizzato. Sottolinea inoltre che l’intelligenza artificiale potrebbe segnare una rivoluzione industriale, invitando Stati Uniti e Cina a collaborare per affrontare le sfide future
In un’epoca in cui la gestione della posta elettronica può diventare un vero e proprio incubo, Google sta sviluppando un sistema di intelligenza artificiale (IA) in grado di rispondere autonomamente alle email. Questa innovativa tecnologia, come riportato dal Guardian, è stata annunciata da Demis Hassabis, CEO di DeepMind, durante il festival South by Southwest (SXSW) a Londra. Hassabis ha dichiarato che sarebbe disposto a pagare migliaia di dollari al mese per liberarsi dal fardello delle email, evidenziando l’interesse crescente per un assistente IA capace di semplificare la vita quotidiana.
Un’intelligenza artificiale per la posta elettronica
Il progetto mira a creare un’intelligenza artificiale che non solo riconosca le email più comuni, ma che sia anche in grado di rispondere utilizzando lo stile del mittente, prendendo decisioni semplici e appropriate. “Vogliamo usare l’intelligenza artificiale per sviluppare la posta elettronica di nuova generazione,” ha affermato Hassabis, sottolineando come questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con le comunicazioni digitali.
Efficienza e produttività
L’idea di un assistente virtuale in grado di gestire autonomamente le email non è solo un’idea futuristica, ma rappresenta una risposta alle crescenti esigenze di efficienza in un mondo sempre più frenetico. Con milioni di email inviate ogni giorno, l’implementazione di un sistema del genere potrebbe ridurre significativamente il tempo dedicato alla gestione della posta elettronica, permettendo agli utenti di concentrare le proprie energie su attività più produttive.
Implicazioni etiche e scientifiche
Hassabis ha anche discusso delle implicazioni più ampie dell’intelligenza artificiale, suggerendo che la corsa agli algoritmi è stata sopravvalutata nel breve termine, ma che potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione industriale. Ha invitato a una cooperazione internazionale, in particolare tra Stati Uniti e Cina, per affrontare le sfide etiche e scientifiche legate all’IA, sottolineando l’importanza di trovare un terreno comune per il bene dell’umanità.
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