Roma, 18 novembre 2025 – Google lancia ufficialmente Gemini 3, l’ultima evoluzione del suo modello di intelligenza artificiale, nel pieno della competizione globale con OpenAI, creatrice di ChatGPT. Questa nuova versione promette risposte più approfondite e precise anche a domande complesse, migliorando significativamente l’esperienza degli utenti con meno necessità di specifici input, come sottolineato da Sundar Pichai, CEO di Alphabet, in una serie di post ufficiali pubblicati martedì.
Innovazioni e integrazione di Gemini 3
Gemini 3 sarà integrato nell’app Gemini, nonché nei prodotti di ricerca AI Mode e AI Overviews di Google, oltre che nelle soluzioni aziendali di Google Cloud come Vertex AI. Il rilascio inizierà oggi per un gruppo selezionato di abbonati e si estenderà nelle prossime settimane. Questo upgrade arriva dopo le versioni Gemini 2.0 e 2.5, rilasciate rispettivamente 11 e 8 mesi fa, mentre OpenAI ha recentemente introdotto GPT-5 ad agosto 2025.
Il CEO Sundar Pichai ha evidenziato che il nuovo modello è progettato per comprendere profondità e sfumature, migliorando notevolmente la capacità di interpretare contesti e intenzioni dell’utente, così da fornire risposte più rilevanti con minor sforzo comunicativo. Gemini 3 abilita inoltre interfacce generative multimediali, capaci di presentare risposte arricchite da elementi visivi come immagini, tabelle e layout interattivi, trasformando ad esempio la spiegazione di una galleria d’arte in una presentazione vivace e coinvolgente.

Funzionalità avanzate e applicazioni aziendali
Nell’ambito aziendale, Gemini 3 offre soluzioni avanzate per la formazione dei dipendenti, l’analisi video e la gestione della produzione, potenziando processi come l’onboarding e il procurement. Gli sviluppatori potranno accedere all’API Gemini, mentre le imprese integreranno il modello tramite la piattaforma Vertex AI, rafforzando così la digitalizzazione e l’automazione nei loro flussi di lavoro.
Un’altra novità annunciata è Google Antigravity, una piattaforma che consente agli sviluppatori di programmare a un livello più alto, orientato al compito, facilitando la creazione di software e servizi basati su AI con maggiore efficienza. Josh Woodward, vicepresidente di Google Labs e Gemini, ha definito Gemini 3 come il miglior modello di “vibe coding” mai sviluppato da Google, riferendosi alla crescente tendenza di generare codice tramite prompt.
L’app Gemini e il confronto con la concorrenza
L’app Gemini conta ora 650 milioni di utenti attivi mensili, mentre AI Overviews raggiunge i 2 miliardi di utenti mensili; un confronto significativo con i 700 milioni di utenti settimanali dichiarati da OpenAI per ChatGPT. L’app, disponibile in Italia e in numerosi paesi europei, offre funzionalità come l’interazione in tempo reale con la fotocamera o lo schermo per discutere con Gemini di ciò che si vede, la creazione di quiz, podcast, infografiche, e l’integrazione con servizi Google come YouTube, Maps e Gmail.
Non mancano, tuttavia, alcune critiche emerse dagli utenti italiani, che segnalano limiti nella generazione di immagini e nella gestione di testi complessi, oltre a una scarsa integrazione nelle versioni gratuite con altri servizi Google. La versione Pro e Ultra di Gemini, invece, promettono un’esperienza più ricca e performante, con capacità di elaborazione fino a un milione di token, generazione video avanzata e accesso anticipato alle ultime innovazioni AI.
La gara tra Google e OpenAI
La competizione tra Google e OpenAI si riflette anche negli investimenti massicci in infrastrutture e sviluppo AI, con giganti tecnologici come Alphabet, Meta, Microsoft e Amazon che prevedono spese superiori a 380 miliardi di dollari nel 2025. OpenAI ha recentemente aggiornato GPT-5, migliorandone l’intelligenza e la velocità nelle attività complesse, mentre Google punta a risposte più autentiche e meno adulatrici, come evidenziato da Demis Hassabis, CEO di DeepMind, sottolineando la volontà di restituire agli utenti informazioni utili e sincere, piuttosto che semplici cortesie.
Il confronto tra i colossi della tecnologia si estende anche alla collaborazione con i rispettivi ecosistemi cloud: nell’ultimo accordo, OpenAI ha siglato un’intesa da 38 miliardi di dollari con Amazon Web Services per potenziare la capacità computazionale necessaria all’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale, mentre Google continua a capitalizzare sul proprio vasto ecosistema integrato.
Questa corsa all’innovazione evidenzia la trasformazione radicale dell’intelligenza artificiale, che in pochi anni ha superato la semplice elaborazione di testi e immagini per arrivare a una comprensione più sofisticata e contestuale, destinata a cambiare profondamente il modo in cui interagiamo con la tecnologia quotidiana.






