L’Ue ha ufficialmente avviato un’indagine nei confronti di Google per verificare il rispetto delle norme dell’Unione in materia di concorrenza, con particolare attenzione all’uso dei contenuti degli editori online e dei video caricati su YouTube per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale generativa.
Google e Ue: l’indagine antitrust e la “politica di abuso della reputazione del sito”
Secondo quanto emerso dal monitoraggio della Commissione, Google potrebbe aver utilizzato in modo improprio i contenuti degli editori senza fornire loro un’adeguata remunerazione né la possibilità di rifiutare tale utilizzo senza perdere l’accesso al traffico derivante da Google Search, da cui molti siti dipendono per la propria visibilità. Un ruolo centrale nell’indagine assume la cosiddetta “politica di abuso della reputazione del sito” adottata da Google, che avrebbe come effetto quello di degradare nei risultati di ricerca i siti web e i contenuti di editori che includono contenuti di partner commerciali, limitando così le possibilità di monetizzazione e innovazione da parte degli editori.
Bruxelles intende accertare se tale politica possa configurare un abuso di posizione dominante, con effetti negativi anche per gli sviluppatori concorrenti di modelli di intelligenza artificiale. L’indagine sarà condotta con procedura prioritaria e mira a garantire che Google applichi condizioni di accesso trasparenti, eque e non discriminatorie, come previsto dal Digital Markets Act (DMA).
Le preoccupazioni dell’Ue e i prossimi passi
La vicepresidente della Commissione europea, Teresa Ribera, ha sottolineato come una società libera e democratica si fondi su media diversificati, libero accesso all’informazione e un panorama creativo dinamico, valori che devono essere tutelati anche nel contesto delle innovazioni portate dall’intelligenza artificiale. Ribera ha evidenziato che, sebbene l’IA offra molti benefici, il suo sviluppo non può avvenire a scapito di tali principi fondamentali.
Henna Virkkunen, altra vicepresidente esecutiva, ha aggiunto che l’indagine mira a proteggere la libertà d’impresa degli editori, il pluralismo dei media e la democrazia europea, assicurando che Alphabet, la holding di Google, rispetti gli obblighi del DMA.
Qualora vengano riscontrate violazioni, la Commissione potrà imporre sanzioni fino al 10% del fatturato mondiale di Google, con possibilità di misure correttive supplementari. L’indagine si propone di concludersi entro 12 mesi dall’apertura del procedimento, iniziato ufficialmente il 13 novembre 2025.
L’avvio del procedimento non pregiudica l’esito finale delle verifiche, ma rappresenta un passo importante nella vigilanza sulle pratiche delle grandi piattaforme digitali, definite “gatekeeper” dal regolamento europeo, che influenzano il mercato digitale e l’accesso all’informazione in Europa.






