Il presidente francese sfida l’UE: “Se Bruxelles non interviene, lo faremo da soli”. E in Italia il dibattito sul legame tra social e minorenni è appena cominciato
La Francia è pronta a una stretta drastica sull’accesso ai social network da parte dei più giovani. Emmanuel Macron ha annunciato un piano per vietare completamente l’uso delle piattaforme digitali ai minori di 15 anni, se l’Unione Europea non interverrà rapidamente con una regolamentazione condivisa. Lo ha detto senza mezzi termini: “Se Bruxelles non agisce, ci penseremo noi”.
Il presidente francese, già noto per le sue posizioni rigorose in tema di educazione e sicurezza digitale, ha scelto di lanciare il guanto di sfida all’Ue. E la proposta è di quelle destinate a far discutere: vietare l’accesso ai social come TikTok, Instagram e Snapchat a tutti gli under-15, anche con il consenso dei genitori.
Un divieto totale: come funzionerebbe?
In Francia, la normativa attuale richiede il consenso dei genitori fino ai 15 anni per aprire un account social, ma nella pratica i controlli sono facili da eludere. L’obiettivo di Macron è ribaltare il paradigma: bloccare del tutto l’accesso alle piattaforme sotto quella soglia d’età, con verifiche più stringenti, strumenti biometrici e multe salate per le aziende inadempienti.
“Siamo immersi in un ambiente digitale tossico”, ha dichiarato il presidente. “I nostri figli non possono crescere sotto il controllo degli algoritmi”. Le preoccupazioni riguardano soprattutto i danni psicologici legati all’uso precoce dei social, già evidenziati in numerosi studi internazionali.
L’iniziativa include anche una nuova “carta digitale” per ogni adolescente, contenente diritti e doveri nell’uso del web, e un supporto scolastico all’educazione digitale. Un mix tra repressione e prevenzione che Macron vuole imporre anche all’UE.
E in Italia? Il dibattito è ancora timido
Se in Francia il presidente si espone in prima persona, in Italia il tema è ancora confinato a dichiarazioni generiche e pochi interventi legislativi concreti. Il Garante della Privacy si è più volte espresso sulla necessità di tutela dei minori online, ma non si è mai arrivati a una proposta simile a quella francese.
Eppure il problema è identico: oltre il 60% dei preadolescenti italiani usa i social ogni giorno, spesso senza alcuna supervisione. Il caso della 10enne di Palermo morta nel 2021 durante una “challenge” su TikTok aveva scosso l’opinione pubblica, ma l’attenzione mediatica si è spenta in fretta.
Il governo Meloni ha parlato di “sovranità digitale” e sicurezza online, ma finora l’approccio è rimasto più culturale che normativo. In altre parole: nessuno ha ancora osato proporre un divieto netto come quello annunciato da Macron.
Social, minori e politica: l’Europa è pronta?
La sfida lanciata da Parigi potrebbe diventare un caso europeo nei prossimi mesi. In ballo c’è non solo la tutela dei minori, ma anche la capacità dell’UE di dare risposte rapide su un terreno in continua evoluzione. Macron ha messo sul tavolo un tema politico di portata continentale, e lo ha fatto con fermezza: meglio una decisione impopolare che lasciare tutto nelle mani delle Big Tech.
L’Italia guarda, riflette, ma resta alla finestra. La domanda è lecita: cosa accadrebbe se un governo italiano proponesse lo stesso divieto? Sarebbe una svolta educativa o una mossa troppo estrema?