OpenAI ha lanciato o3 e o4-mini, i nuovi modelli di intelligenza artificiale, possono analizzare le foto, rintracciando luoghi, ma sollevano preoccupazioni per la privacy
Recentemente, OpenAI ha introdotto i nuovi modelli di intelligenza artificiale o3 e o4-mini, disponibili per gli utenti a pagamento di ChatGpt. Questi modelli innovativi hanno suscitato un notevole interesse, in particolare per la loro capacità di analizzare immagini e localizzare il luogo in cui sono state scattate. Questa funzionalità, sebbene affascinante, solleva anche preoccupazioni legate alla privacy degli utenti.
Misure di sicurezza implementate
OpenAI ha dichiarato di aver implementato misure di sicurezza per proteggere la privacy degli utenti. L’azienda ha spiegato che i suoi modelli sono stati addestrati a rifiutare richieste di informazioni sensibili e a non identificare individui specifici. Tuttavia, la potenza di questi nuovi modelli potrebbe inavvertitamente comportare rischi per la privacy, poiché la localizzazione precisa delle immagini potrebbe rivelare dettagli personali o privati.
La capacità di “pensare” con le immagini
La vera novità di o3 e o4-mini è la loro capacità di “pensare” con le immagini. Grazie a un sofisticato sistema di analisi visiva, questi modelli possono interpretare anche foto di bassa qualità e dedurre informazioni complesse, come le coordinate geografiche del luogo rappresentato nella foto. Questa funzione è stata testata da molti utenti sui social media, con risultati che dimostrano una sorprendente accuratezza nell’identificare città, monumenti e persino attività commerciali, come ristoranti e bar, a partire da piccoli dettagli visivi.
Inferenze sofisticate oltre i metadati
Un aspetto interessante emerso dalle prove effettuate è che ChatGpt sembra non basarsi sui metadati delle immagini, che spesso contengono informazioni sulla posizione. Un utente ha riportato di aver rimosso i dati “exif” dall’immagine e di aver disattivato la memoria di ChatGpt, ottenendo comunque risposte corrette al 100%. Questo suggerisce che l’IA è in grado di fare inferenze più sofisticate basate su indizi visivi piuttosto che su dati tecnici preesistenti.
Questa evoluzione nell’uso delle intelligenze artificiali per l’analisi delle immagini rappresenta un passo significativo nel campo della tecnologia, ma pone interrogativi etici e legali che meritano attenzione, specialmente in un’epoca in cui la protezione della privacy è diventata una questione centrale nella società digitale.






