I funerali in streaming rappresentano una soluzione intelligente per permettere a chiunque, anche a chi è impossibilitato a raggiungere il luogo nel quale si svolge la cerimonia, di dare l’ultimo saluto a una persona cara. Tuttavia, anche questo gesto di vicinanza ha finito per attirare l’attenzione di chi approfitta della vulnerabilità altrui: si moltiplicano infatti i casi della cosiddetta “truffa del funerale in streaming”, una frode online che colpisce attraverso i social network.
Il meccanismo della truffa
Tutto parte da un post pubblicato su Facebook che annuncia la trasmissione di un funerale, spesso legato a un evento tragico di rilievo pubblico. Il link promesso per accedere alla diretta conduce però a una pagina esterna, nella quale si chiede un piccolo pagamento per visualizzare il contenuto oppure una donazione simbolica. In realtà, non esiste alcuna cerimonia da vedere: l’utente, dopo aver inserito i propri dati e concluso il pagamento, viene truffato. I soldi vengono incassati dai cybercriminali e i dati della carta finiscono in circuiti fraudolenti.
Per mettere in atto la truffa, i malintenzionati costruiscono identità false, talvolta fingendosi parenti della vittima o creando profili social credibili. Raccolgono informazioni da notizie di cronaca o necrologi pubblici, replicano fotografie, inventano storie plausibili e sollecitano il pubblico a cliccare. Colpiscono soprattutto in occasione di decessi improvvisi o casi con forte impatto emotivo, dove è più facile generare empatia e aggirare la diffidenza.
Un silenzio che protegge i truffatori
In molti casi, chi scopre di essere cascato nella truffa sceglie di non denunciare. Lo fa per rispetto nei confronti dei familiari del defunto, o per imbarazzo. Questo silenzio però contribuisce a mantenere il sistema in funzione. I truffatori agiscono indisturbati e perfezionano i loro stratagemmi sfruttando l’assenza di reazione. È una forma di inganno tanto odiosa quanto subdola, che approfitta delle emozioni forti vissute nei momenti di lutto.
Anche le agenzie funebri meno trasparenti possono ricorrere alla truffa
Anche nel mondo “fisico” il rischio truffa non è pari a zero, anzi. Nel momento in cui ci si trova ad affrontare la perdita di una persona cara, si è spesso costretti a prendere decisioni rapide e difficili. È in questo contesto che alcune agenzie funebri operano con scarsa trasparenza. Per tutelarsi, è importante accertarsi che l’agenzia sia regolarmente iscritta all’albo professionale, richiedere un preventivo scritto e dettagliato e confrontare più offerte prima di firmare qualsiasi contratto.
Bisogna prestare attenzione a chi propone costi troppo bassi, insiste su pagamenti anticipati in contanti o non fornisce una fattura. Una comunicazione chiara e la disponibilità a rispondere alle domande sono segnali positivi. Al contrario, promesse vaghe o frettolose dovrebbero far scattare l’allarme.
Il rischio del “Caro estinto”
Una delle pratiche più controverse nel settore è quella del “Caro estinto”, che riguarda presunti accordi illeciti tra alcune agenzie funebri e personale ospedaliero. In questi casi, i familiari vengono indirizzati verso agenzie “consigliate”, che poi applicano tariffe superiori alla media, gonfiate da tangenti e costi nascosti. Secondo stime diffuse, questo può far lievitare le spese anche del 30% rispetto ai valori di mercato. In molti casi, inoltre, vengono addebitate voci extra che non erano state comunicate inizialmente, ma che si pagano senza troppe domande per chiudere la pratica in fretta.
Prevenire è possibile
Essere informati è il primo passo per non cadere vittime di questi inganni. Di fronte a un link condiviso sui social per una presunta diretta streaming, è sempre bene verificarne la fonte, evitare pagamenti sospetti e diffidare di contenuti non ufficiali. Allo stesso modo, in fase di organizzazione di un funerale, serve cautela e senso critico per scegliere con consapevolezza.
In un momento tanto delicato come quello del lutto, nessuno dovrebbe essere lasciato solo o, peggio, sfruttato. Ma proprio per questo serve vigilanza, online e offline, per non lasciare spazio a chi specula sul dolore altrui.
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