L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha deciso di ampliare il procedimento istruttorio avviato nei confronti di Meta Platforms Inc. e delle sue controllate europee, tra cui Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l.. Al centro dell’indagine vi sono le nuove condizioni contrattuali per il servizio WhatsApp Business Solution Terms, introdotte lo scorso 15 ottobre 2025, e le innovazioni tecnologiche legate all’integrazione di funzionalità di Meta AI nella piattaforma di messaggistica.
L’Antitrust e il procedimento cautelare su Meta
L’Autorità ha avviato un procedimento per l’adozione di misure cautelari, ai sensi dell’articolo 14-bis della legge n. 287/1990, con riferimento alle modifiche contrattuali che, secondo l’Antitrust, escludono dalla piattaforma WhatsApp le imprese concorrenti di Meta AI nel mercato dei servizi di AI Chatbot. La nota dell’Autorità sottolinea che queste condizioni “sono suscettibili di limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot, a danno dei consumatori”, configurando una possibile violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Inoltre, si evidenzia come tale violazione possa pregiudicare in modo grave e irreparabile la contendibilità del mercato, a causa della scarsa propensione degli utenti a cambiare abitudini e a migrare verso servizi concorrenti.
Meta e WhatsApp: il contesto e le implicazioni
Meta Platforms, con sede a Menlo Park in California, è uno dei colossi mondiali della tecnologia e controlla alcune delle piattaforme social e di messaggistica più diffuse al mondo, tra cui Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp. Nel 2024, Meta ha registrato un fatturato superiore a 164 miliardi di dollari con un utile netto di oltre 71 miliardi, confermando la sua posizione dominante nel settore digitale.
WhatsApp Business, la versione dedicata alle aziende, consente di raggiungere clienti a livello globale e di offrire esperienze personalizzate su larga scala. Tuttavia, le nuove condizioni contrattuali, che limitano la partecipazione di concorrenti nel mercato degli AI Chatbot integrati su WhatsApp, sono ora oggetto di un’attenta valutazione da parte dell’Antitrust italiana. L’azienda ha risposto respingendo “con forza queste accuse infondate”, precisando che “l’API di WhatsApp non è stata progettata per essere utilizzata con chatbot di intelligenza artificiale” e che “farlo comporterebbe un grave sovraccarico dei nostri sistemi”. Inoltre, Meta sottolinea che il recente aggiornamento non ha impatto sulle decine di migliaia di aziende che utilizzano già assistenti AI per interagire con la clientela.
Il procedimento dell’Antitrust riflette le crescenti preoccupazioni sulla tutela della concorrenza e sulla possibilità per i consumatori di accedere a un mercato tecnologico sempre più dinamico e innovativo, soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata alla messaggistica istantanea.






