Jannik Sinner inizia al meglio il suo Wimbledon, ma con la testa ancora a Parigi e con la voglia di ricattarsi: ecco le sue parole dopo l’esordio
Jannik Sinner si è presentato a Wimbledon con la determinazione di un campione che ha saputo trasformare le delusioni in motivazione. Dopo un esordio convincente – contro il connazionale Luca Nardi – al prestigioso torneo sull’erba londinese, il giovane atleta altoatesino si è raccontato con franchezza, confermando la sua crescita costante e l’ambizione di scrivere nuove pagine nella storia del tennis italiano. Ecco le sue parole.
Il ritorno a Wimbledon e il Roland Garros che pesa ancora
Jannik Sinner inizia nel migliore dei modi la sua avventura a Wimbledon, superando senza difficoltà Luca Nardi con un netto 6-4, 6-3, 6-0. Per il numero uno del mondo si tratta del quindicesimo successo su quindici contro avversari connazionali nel circuito maggiore. Al secondo turno, l’altoatesino affronterà l’australiano Aleksandar Vukic, avversario che sulla carta non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile.
Le parole di Sinner dopo l’incontro
Dopo la partita, Sinner ha analizzato la sua prestazione partendo da un fondamentale spesso discusso: “Il servizio non è il mio punto debole. Certo, se servissi al 75% sarebbe meglio, ma ci stiamo lavorando tanto. Oggi, con il sole in faccia nelle prime fasi, ho dovuto modificare il lancio di palla, ma sento i progressi, partita dopo partita”, ha spiegato con soddisfazione.
Il suo coach Darren Cahill ha rivelato che Sinner si ispira a John Isner per migliorare il servizio. Il tre volte campione Slam ha sorriso: “Non lo sapevo, certo che guardiamo Isner come tanti altri, ma ognuno ha il proprio servizio. Io provo a migliorare il mio osservando un po’ tutti, ma mantenendo sempre ciò che mi appartiene. Oggi mi sono sentito davvero bene, soprattutto con la prima”.
Durante la conferenza stampa, Sinner si è lasciato andare anche a un pensiero personale sulle proprie origini: “Siamo gente di montagna: quando si lavora, si lavora. Ho visto i miei genitori impegnati nel ristorante per giornate lunghissime, ma quando tornavano a casa c’erano sempre per me e mio fratello. Magari avevano mille problemi, come tutti, ma ci facevano sentire il loro affetto. Non esistono scorciatoie: la strada è quella, sai cosa devi fare per arrivare in cima”.
Il pensiero della finale persa a Parigi
Il numero uno al mondo è poi tornato sulla sconfitta in finale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz, quando aveva avuto tre match-point: “Certo che ci penso, ma non mi spacco la testa. È stata una partita eccezionale e una sconfitta così ti fa venire voglia di lavorare ancora di più. Voglio dimostrare, prima di tutto a me stesso, che quella finale è alle spalle”.
Infine, un accenno al prossimo avversario, Vukic: “È un gran servitore, ha un ottimo dritto. Non avrà nulla da perdere, ma io voglio giocare il mio tennis e continuare su questa strada”.






