Il numero 1 del mondo, in conferenza stampa a Wimbledon, parla dell’interruzione del rapporto con il preparatore atletico e il fisioterapista
“Panichi e Badio via? Nulla di eclatante, a volte si prendono strade differenti”
La recente decisione di Jannik Sinner di interrompere la collaborazione con il preparatore atletico Panichi e il fisioterapista Badio ha suscitato un certo interesse tra gli appassionati di tennis e gli esperti del settore. Sinner, attualmente il numero 1 del mondo, ha chiarito che non ci sono stati eventi particolari alla base di questa scelta, ma piuttosto una necessità di esplorare nuove strade nel suo percorso professionale. La sua affermazione, “Non è successo nulla di eclatante”, riflette un approccio maturo e consapevole nei confronti della sua carriera. È comune nel mondo dello sport che atleti e membri del team decidano di separarsi per motivi che vanno oltre il semplice risultato. La crescita personale e professionale spesso richiede cambiamenti, e Sinner sembra essere pronto ad affrontare questa nuova fase con determinazione.
Il suo percorso fino ad ora è stato caratterizzato da successi significativi, come la finale del Roland Garros, un traguardo che ha evidenziato il lavoro di squadra e la sinergia tra i vari membri del suo staff. Tuttavia, Sinner ha espresso il desiderio di intraprendere un nuovo cammino, sottolineando che non ha ancora preso in considerazione eventuali sostituti per i ruoli lasciati vacanti. Questo suggerisce una volontà di riflessione e valutazione, piuttosto che una reazione impulsiva. La decisione è maturata dopo il torneo di Halle, un momento cruciale che ha portato il tennista a riconsiderare la sua strategia e la sua preparazione. In un ambiente competitivo come quello del tennis professionistico, la capacità di adattarsi e evolversi è fondamentale; Sinner sembra essere consapevole di questo aspetto, pronto a scrivere il prossimo capitolo della sua carriera con rinnovata energia e motivazione.
Sinner su Panichi e Badio
Jannik Sinner, giovane talento del tennis italiano, ha condiviso alcune riflessioni sul suo rapporto con i suoi allenatori, in particolare con Panichi e Badio. Le sue parole rivelano un aspetto fondamentale della sua personalità: la ricerca di fiducia e stabilità nel suo entourage. Sinner ha affermato: “Cerco persone di cui mi possa fidare, come mio papà”, sottolineando l’importanza di avere figure di riferimento che possano guidarlo non solo nel percorso sportivo, ma anche nella crescita personale. Questo desiderio di fiducia si riflette nel modo in cui Sinner si approccia agli allenamenti e alle competizioni, cercando sempre di circondarsi di professionisti che condividano la sua visione e i suoi valori.
In un ambiente competitivo come quello del tennis professionistico, avere un team affiatato e fidato può fare la differenza tra il successo e il fallimento. Sinner, con la sua determinazione e la sua ricerca di relazioni autentiche, sta costruendo non solo una carriera promettente ma anche un percorso umano ricco di significato. La sua storia è un esempio di come la fiducia e il supporto possano influenzare positivamente le performance e il benessere di un atleta, rendendo ogni traguardo raggiunto ancora più significativo.
Ci spieghi la tua scelta di giocare a New York il doppio misto con Emma Navarro?
Ci siamo conosciuti solo ieri, il che rende tutto ancora più interessante. Non avevamo mai avuto l’opportunità di comunicare prima, né tramite messaggi né di persona, quindi l’idea di scendere in campo insieme è un’avventura del tutto nuova. Il torneo ha delle regole specifiche che ci hanno portato a formare questa coppia, ma sono convinto che ci sia un grande potenziale in questa combinazione. Emma è una giocatrice di alto livello, e la sua abilità con le volèe è qualcosa che ammiro molto. Anche se potrei sentirmi un po’ in soggezione, sono entusiasta di affrontare questa sfida insieme a lei.
Credo che il nostro gioco possa offrire momenti di grande intrattenimento per i tifosi, che sono sempre alla ricerca di emozioni forti e partite avvincenti. La varietà delle coppie in gara rende il torneo ancora più affascinante, poiché ogni incontro può riservare sorprese e colpi di scena. Spero di avere l’opportunità di parlare ulteriormente con Emma prima della partita, per conoscerci meglio e creare una buona intesa in campo. La chimica tra i partner è fondamentale nel doppio misto, e sono fiducioso che, nonostante la nostra breve conoscenza, riusciremo a trovare un buon equilibrio.
La competizione a New York è sempre intensa e stimolante, e sono pronto a dare il massimo per rendere questa esperienza memorabile sia per noi che per il pubblico.
Come è andata la collaborazione con Bocelli? Come mai questa scelta?
“La collaborazione con Andrea Bocelli ha rappresentato un momento unico e significativo per me. Nei mesi in cui non ero attivo sul campo, ho avuto l’idea di realizzare un video insieme a lui, un’opportunità che si è rivelata straordinaria. Conoscere un artista del suo calibro è stata un’esperienza che ha arricchito non solo il mio bagaglio personale, ma anche la mia visione artistica. Bocelli, con la sua voce inconfondibile e il suo carisma, ha saputo trasmettere emozioni profonde, rendendo ogni istante trascorso insieme indimenticabile. La scelta di collaborare con lui è stata dettata dalla volontà di esplorare nuove dinamiche e di uscire dalla mia zona di comfort. Lavorare in un contesto così diverso da quello del tennis mi ha permesso di apprezzare l’arte in una forma nuova e di scoprire lati di me stesso che non avevo mai avuto l’occasione di esprimere.
È stato un viaggio che ha unito la musica e lo sport, due mondi che, sebbene apparentemente distanti, condividono la stessa passione e dedizione. Ogni nota cantata da Bocelli ha risuonato in me, creando un legame speciale che porterò sempre nel cuore. Questa esperienza non è stata solo un’opportunità professionale, ma anche un momento di crescita personale, un ricordo che rimarrà impresso nella mia memoria. La bellezza di questa collaborazione risiede nella capacità di unire le persone attraverso l’arte, e sono grato di aver avuto la possibilità di farne parte. La magia di quel momento continuerà a ispirarmi nel mio percorso, sia dentro che fuori dal campo”.
Come è stato mentalmente andare ad Halle dopo il Roland Garros? Ora è difficile pensare a Wimbledon dopo Halle?
Dopo un’intensa esperienza al Roland Garros, il passaggio ad Halle rappresenta una sfida mentale significativa per ogni tennista. La pressione di dover mantenere alte le aspettative, soprattutto per chi si presenta come numero uno del ranking, può essere opprimente. Tuttavia, la mentalità di un campione si distingue proprio nella capacità di affrontare queste transizioni con determinazione e lucidità. Le parole di chi ha affrontato questa situazione evidenziano un approccio positivo: “Mi sento in una condizione mentale ottimale e sono pronto a giocare“. Questo atteggiamento riflette una maturità sportiva che va oltre il semplice risultato. La consapevolezza che il passato non può essere cambiato, ma che ogni nuova competizione offre l’opportunità di brillare, è fondamentale.
Ad Halle, nonostante il poco tempo per recuperare, il livello di gioco è rimasto elevato, e questo è un aspetto cruciale per prepararsi a tornei di grande prestigio come Wimbledon. La capacità di mantenere la concentrazione e di non farsi sopraffare dai ricordi di una competizione precedente è essenziale. Ogni match è un nuovo inizio, e la sfida di adattarsi rapidamente a diverse superfici e condizioni di gioco è ciò che rende il tennis così affascinante. La domanda su quanto sia difficile pensare a Wimbledon dopo Halle trova risposta nella determinazione di chi sa che ogni partita è un’opportunità per dimostrare il proprio valore. Essere fieri di rappresentare il proprio paese e competere ai massimi livelli è un onore che spinge a dare il massimo, indipendentemente dalle circostanze. La mente di un atleta è un campo di battaglia, e la vittoria più grande è quella di rimanere focalizzati e pronti a dare il meglio di sé, sempre.
Prenderai nuove figure nel tuo staff? Cosa cerchi nelle persone con cui vuoi lavorare?
Prenderai nuove figure nel tuo staff? E cosa cerchi nelle persone con cui vuoi lavorare? Queste domande sono fondamentali per chi gestisce un team, specialmente in un periodo di transizione o di incertezze. La scelta di non assumere nuovi membri in questo momento può sembrare prudente, ma è anche un’opportunità per riflettere su quali qualità siano realmente necessarie per il successo del gruppo. La fiducia è un elemento cruciale; senza di essa, anche il team più talentuoso può trovarsi in difficoltà. È interessante notare come l’esperienza personale, come quella del cuoco, possa influenzare le aspettative nei confronti dei collaboratori. In cucina, la sinergia è essenziale: ogni membro deve saper lavorare in armonia con gli altri per creare piatti deliziosi. Allo stesso modo, nel contesto lavorativo, è fondamentale che i nuovi assunti condividano valori e obiettivi comuni, creando un ambiente di lavoro positivo e produttivo.
Inoltre, è importante considerare le competenze tecniche e le soft skills. Un candidato può avere un curriculum impeccabile, ma se non è in grado di comunicare efficacemente o di collaborare con gli altri, potrebbe non essere la scelta giusta. La capacità di adattarsi e di affrontare le sfide è un’altra qualità da ricercare, specialmente in un periodo di cambiamenti. Infine, è essenziale non perdere di vista l’importanza del momento attuale. Concentrarsi su un torneo importante richiede una dedizione totale e la certezza che il team attuale sia allineato e motivato. Ogni decisione deve essere ponderata, tenendo conto non solo delle necessità immediate ma anche della visione a lungo termine per il team e l’azienda.






