Roma, 23 luglio 2025 – Il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti (USOPC) ha annunciato una nuova politica che vieta la partecipazione alle competizioni femminili delle atlete transgender, allineandosi così all’ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump. La direttiva, che entrerà in vigore dal 21 luglio 2025, riguarda in particolare lo sport universitario e rappresenta un passo significativo nella regolamentazione della partecipazione degli atleti transgender negli sport femminili statunitensi.
Il divieto per le atlete transgender negli sport femminili Usa
La nuova norma dell’USOPC si ispira all’ordine esecutivo 14201 di Trump, intitolato “Tenere gli uomini fuori dagli sport femminili”. Tale provvedimento impone alle istituzioni sportive di vietare la partecipazione alle squadre femminili alle atlete transgender, con la minaccia di revoca dei fondi federali per chi non rispetterà la direttiva. Nella nota ufficiale, il comitato ha dichiarato il proprio impegno a “proteggere le opportunità per gli atleti che praticano sport” e a “garantire che le donne abbiano un ambiente competitivo equo e sicuro”, confermando così la piena adesione alle aspettative federali.
L’USOPC, nel comunicato indirizzato al Team USA e rivelato da ABC News ed ESPN, ha sottolineato l’importanza di mantenere un contesto di competizione equo per le atlete femminili e ha annunciato “una serie di conversazioni rispettose e costruttive con i funzionari federali” per l’attuazione della politica.
L’ordine esecutivo di Trump
L’ordine esecutivo di Trump, firmato nel febbraio 2025, si basa sulla convinzione che la partecipazione delle ragazze transgender nelle squadre femminili violi il Titolo IX, la legge federale che tutela le pari opportunità nello sport per le donne. Trump ha fatto riferimento a casi controversi come quello della pugile algerina Imane Khelif, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, erroneamente identificata come transgender. In realtà, Khelif è un’atleta intersex con caratteristiche iperandrogine, un fatto confermato anche dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha riconosciuto la regolarità della sua partecipazione.
Nonostante l’assenza di casi di atlete transgender di alto livello alle Olimpiadi recenti – come dimostra il divieto alla nuotatrice transgender Lia Thomas di partecipare a Parigi 2024 – la politica americana si muove verso un irrigidimento delle regole. La National Collegiate Athletic Association (NCAA) ha già modificato le proprie linee guida, limitando le competizioni femminili alle atlete assegnate al genere femminile alla nascita.






