New York, 29 agosto 2025 – Il clima degli US Open 2025 si è infiammato non solo per le sfide sul campo, ma anche per una polemica che ha coinvolto alcune protagoniste del torneo. In una recente conferenza stampa, la tennista giapponese Naomi Osaka ha lanciato pesanti accuse di razzismo nei confronti della lettone Jelena Ostapenko, generando un acceso dibattito nel mondo del tennis femminile.
Le accuse di Naomi Osaka
Naomi Osaka, atleta di origini haitiane e giapponesi, ha commentato con fermezza gli eventi accaduti al termine del match tra Ostapenko e la statunitense Taylor Townsend, conclusosi con la vittoria della lettone per 7-5, 6-1. Durante la stretta di mano, Ostapenko aveva definito Townsend “priva di classe e maleducata”. Osaka ha definito queste parole “una delle peggiori cose da dire a una giocatrice nera in uno sport a maggioranza bianca“ e ha condannato tali affermazioni come “terribili”. La tennista giapponese ha inoltre sottolineato la dedizione e l’intelligenza di Taylor Townsend, respingendo categoricamente l’idea che possa essere maleducata.
Taylor Townsend, pur non avendo interpretato le parole di Ostapenko come esplicitamente razziste, ha evidenziato lo stereotipo implicito e pericoloso che spesso colpisce gli afro-americani, come lei stessa. Intanto, Ostapenko ha negato fermamente qualsiasi inclinazione razzista, dichiarando: “Non lo sono mai stata in tutta la mia vita. Rispetto tutte le nazioni e i popoli del mondo, a me non importa dove vieni“. La vicenda ha comunque generato una forte eco sui social media e nel circuito WTA, con commenti anche da parte di altre tenniste come Coco Gauff.
Il contesto e le motivazioni della lite
Secondo le spiegazioni di Ostapenko, la sua irritazione verso Townsend deriverebbe da due episodi accaduti in campo: la mancata scusa di Townsend dopo un punto vinto tramite ‘net-cord’ e l’inizio del riscaldamento a rete anziché dalla linea di base, una scelta vista come una violazione non formale ma tradizionale dell’etichetta del tennis. Questi episodi hanno innescato il battibecco che ha poi avuto risonanza ben oltre il campo da gioco, alimentando una discussione più ampia sulle dinamiche di rispetto e inclusività nello sport femminile.






