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Home Sport

Traguardo storico per la F1: la Safety Car festeggia 50 anni

by Marco Garghentino
20 Giugno 2023

Canada 1973 – Canada 2023. 50 anni di corse utili a scandire la vita di quella che è diventata ormai una presenza fissa in Formula 1: la Safety Car.

Nel corso dell’ultimo GP di F1 che si è tenuto a Montreal lo scorso weekend e che ha visto la vittoria di un indomabile Max Verstappen (Red Bull) davanti a Fernando Alonso (Aston Martin) e Lewis Hamilton (Mercedes), la storica vettura di sicurezza ha spento la sua cinquantesima candelina.

Un traguardo da celebrare per quella che in mezzo secolo si è affermata come una grande protagonista del campionato automobilistico più affascinante e difficile al Mondo.

Dalla prima Porsche all’Aston Martin, passando per Fiat, Lamborghini, Mercedes e altri marchi. Ripercorriamo insieme la storia della Safety Car in Formula 1 e vediamo quale evoluzione ha subito negli anni.

50 anni di Safety Car in F1

Conosciuta da tutti come la vettura che ha il compito di entrare in pista per rallentare le monoposto ogni qualvolta le condizioni di sicurezza lo richiedono, la Safety Car ha fatto il suo debutto in F1 nel 1973, nel corso del GP del Canada sulla pista di Mosport, a Bowmanville, in Ontario.

La vettura scelta per l’occasione fu una Porsche 914, affidata alla guida dell’ex pilota canadese Egbert ‘Eppie’ Wietzes.

Una prima apparizione non proprio fortunata, visto che la Safety Car fu chiamata a entrare in pista a causa di un incidente conseguente a un’improvvisa e violenta perturbazione, ma sbagliò il timing d’ingresso.

La vettura, con i suoi circa cento cavalli, si posizionò a metà gruppo, dinanzi al pilota Howden Ganley, e non davanti al leader della gara, finendo involontariamente col creare un gran caos.

Molti piloti chiusero, infatti, il gran premio con un giro in meno e alla direzione corsa servirono parecchie ore per stabilire chi avesse vinto il GP, assegnando il successo finale a Peter Revson su McLaren.

Nel corso del GP di Monaco (nell’omonimo Principato, ndr) del 1976 a scendere in pista fu una Porsche 911, mentre nel 1981 – dopo cinque anni di initulizzo – la F1 scelse di presentare una nuova vettura di sicurezza, affidando il ruolo di Safety Car alla Lamborghini Countach LP400.

Una supercar italiana con un motore V12 a quattro litri, una potenza di 375 CV e una velocità massima di 309 km/h.

Una vera scheggia, perfetta per tenere a bada le monoposto e che fu impiegata dal 1981 al 1983, prima di un ulteriore decennio di inutilizzo.

La Safety Car fece, infatti, il suo ritorno in F1 soltanto nel 1993, quando gli organizzatori del campionato decisero finalmente di rendere la sua presenza fissa a ogni gara, per motivi di sicurezza (furono organizzati dei weekend di prova in occasione dei GP di Gran Bretagna e Francia nel 1992, ndr).

Fu stabilito che a fornire la vettura di sicurezza nel corso di ogni singolo gran premio fossero gli organizzatori dello stesso, motivo per cui negli anni Novanta furono diversi i modelli di Safety Car visti in pista.

Uno di questi fu la FIAT Tempra 16V, usata in occasione del GP del Brasile del 1993 e ricordata soprattutto per aver permesso ad Ayrton Senna (vincitore di quella gara, ndr) di raggiungere il podio di Interlagos dopo che il pubblico invase la pista per celebrarne il trionfo.

Nel GP di Gran Bretagna del 1993 a ricoprire il ruolo di Safety Car fu, invece, una Ford Escort Cosworth, mentre nel GP del Giappone del 1994 fu una Honda Prelude.

In quello di San Marino dello stesso anno l’onore e l’onere toccò a una Opel Vectra, seguita poi da una Porsche 911 GT2 nel GP del Belgio del 1995 e da una Lamborghini Diablo e da una Tatra 613 rispettivamente nei GP di Canada e Ungheria dello stesso anno, fino alla Renault Clio utilizzata nel GP di Argentina del 1996.

L’era moderna

Il 1996 fu l’anno di svolta, per quanto riguarda la storia della Safety Car in F1. Quello che gli anglofoni amano chiamare il turning point.

Per la prima volta, la Formula 1 riuscì a stringere un accordo con un marchio automobilistico affinché fosse sempre la stessa casa a fornire le vetture di Safety Car ogni weekend di gara.

Mercedes divenne così il marchio unico per le vetture di sicurezza in F1!

Il modello scelto per le stagioni 1996 e 1997 fu una Mercedes-Benz C36 AMG, sostituita poi da una CLK 55 AMG nel 1998 e nel 1999.

Una tradizione poi proseguita anche nei primi due decenni degli anni Duemila, i quali hanno sempre visto una Mercedes nel ruolo di Safety Car, con modelli come: CL 55 AMG, SL 55 AMG, CLK 55 AMG, SLK 55 AMG, CLK 63 AMG, SL 63 AMG, SLS AMG, SLS AMG GT, Mercedes-AMG GT S e GT R.

Tutte vetture che sono sempre state guidate – salvo rarissime eccezioni – dal pilota automobilistico tedesco Bernd Maylander, diventato il rider ufficiale della vettura di sicurezza di F1 dal GP d’Australia del 2000.

Nel 2020, per la prima volta, la Safety Car Mercedes ha cambiato poi il suo classico colore argento in rosso, così da risultare più visibile ai piloti in tutte le condizioni, e dalla stagione successiva ha iniziato a condividere il proprio ruolo con un altro marchio: Aston Martin (con il suo modello Vantage, ndr).

Un binomio, quello tra la casa tedesca e quella inglese, che funziona ancora oggi, visto che Mercedes e Aston Martin sono i due produttori a cui è affidata la fornitura di Safety Cars per la stagione di F1 attualmente in corso.

Canada 1973 – Canada 2023. 50 anni di storia unica per una vettura che ha marchiato un’epoca.

Articolo scritto da Marco Garghentino

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